Ultime notizie Tuscia, Viterbo - SIMONE Cristicchi a Viterbo per Caffeina. Appuntamento in programma per giovedì 15 luglio, nella splendida cornice di Piazza del Fosso. Ore 21,30. Il noto cantautore italiano porterà con sé uno spettacolo che con la musica ha poco a che fare. Leggerà infatti ‘Li Romani in Russia’ di Elia Marcelli.
La rappresentazione di Viterbo ha per Cristicchi un sapore particolare. Infatti Elia Marcelli è nato e vissuto nella Tuscia. Personaggio eccezionale, grande maestro del canto in ottava rima e prodotto della scuola di Gioacchino Belli, Marcelli ha vissuto precisamente a Fabrica di Roma, dove è sepolto. “Uomo silenzioso, riservato ma con un vissuto veramente eccezionale – così ce lo racconta un dipendente – Damiano Pedica – dell’ufficio cultura del Comune di Fabrica che lo ha conosciuto di persona e ha avuto la fortuna di ascoltare i suoi racconti”. Domani sera sarà presente a Caffeina una delegazione, in veste privata, di concittadini di Elia Marcelli. L’arrivo di Cristicchi nella Tuscia è stato colto al balzo per lanciare un appello: “Intitoliamo una via di Fabrica a Elia Marcelli”. Lo stesso Cristicchi, in una serie di lettere scambiate con Damiani, annuncia la propria disponibilità a portare sul palco di Fabrica ‘Li Romani in Russia’. Poteri della Caffeina.
Più che uno spettacolo vero e proprio è una lettura. Il testo del Marcelli, poeta romanesco, edito originariamente nel 1988, è un poema in versi e racconta della campagna di Russia (1941-43) voluta fortemente da Mussolini, in cui furono mandati a morire 220.000 soldati, per lo più ragazzi, mandati allo sbaraglio senza mezzi adeguati, senza viveri sufficienti e con le scarpe sfondate, ingannati da una propaganda che aveva prospettato loro “una passeggiata” che si è subito trasformata in un inferno di ghiaccio, paura, fatica, solitudine. Ne tornarono solo 20.000, Elia Marcelli era uno di loro e scelse di raccontare la verità della sua esperienza dando voce ai poveri protagonisti: i soldati. Scritto in dialetto romanesco, dà conto degli accadimenti in una lingua comprensibile a tutti, sottolineando la follia di quella spedizione, le bugie e gli inganni perpetrati dal regime fascista ai danni dei soldati, raccontando le atrocità subite senza sconti e con la rabbia della disperazione.
C’è un motivo privato se Cristicchi si è sentito di portare in scena questo testo: Ha a che fare con la sua personale esperienza: anche suo nonno faceva parte dei sopravvissuti, di quei ragazzi che la Russia aveva restituito alla propria patria, ma mai gli aveva voluto raccontare nulla di quegli anni. Dopo essersi imbattuto casualmente nel testo di Marcelli, gli è stata chiara la ragione del suo silenzio.
- Uno Notizie Tuscia - ultime news Viterbo -