VITERBO - ultime notizie spettacolo Tuscia - Mentre i “Libri tascabili” chiudono a Celleno il primo ciclo di letture, il Teatro Null, Officina culturale della Regione Lazio si sposta ad Ischia di Castro, dove giovedì 21 ottobre alle ore 17,30 presso il Teatro dell’Oratorio presenta il Moby Dick rivisto da Gianni Abbate.
Moby Dick è il romanzo che più di ogni altro si avvicina alla potenza del mito. Leggendo il Moby Dick ci si sente disorientati, smarriti e si è come risucchiati in un vortice. Lo spettacolo è incentrato sulla figura del capitano Achab e del giovane Ismaele. Achab diventa un personaggio dostoevskijano o shakespeariano, avendo con questi un comune denominatore: il mistero. Perché quest’odio profondo? Cosa nasconde? E perché ci continua ad affascinare e fascinare? Si tratta del fascino dell’ignoto, degli abissi tremendi e inconosciuti che sono in ognuno di noi. “Lo spettatore” - Ci dice Abbate - “E’ lentamente coinvolto ed avvolto, legato, come avviene per Ismaele, a doppio filo con Achab, con la sua follia, come se si trovasse realmente sul Pequod, imbarcato per questa furiosa e tragica caccia, senza poter più mettere piede sulla terra ferma. E’ un salto nel buio, nel profondo del nostro subconscio, per scuoterci dal torpore, da questa melassa che ci avviluppa tutti, da questa incapacità ad agire e reagire, che ci tiene sospesi e in ansia, sull’orlo dell’abisso”. Una messa in scena asciutta ed essenziale, ma allo stesso tempo visionaria e ricca di spunti tragicomici, che procede a ritmo serrato sulle note di una chitarra elettrica che, duettando con i personaggi, ne sottolinea passaggi e stati d’animo.

Lo spettacolo si avvale delle musiche originali del maestro Fabio Barili eseguite dal vivo. In scena oltre a Gianni Abbate, troviamo Liben Massari.

Invece domenica 24 alle ore 17,00 ci si sposta a Valentano, nell’Auditorium della Biblioteca Comunale, dove troviamo il recital spettacolo “La Beat Generation” di cui negli ultimi tempi si fa un gran parlare e sono in arrivo due film uno su Kerouac e l’altro su Ginsebrg. Il termine beat viene coniato da Kerouac nel 1947, è un termine che assume molteplici significati già in inglese, ed in italiano è tradotto e spiegato in varie accezioni. Ginsberg parlava della Beat Generation come di traiettorie e triangolazioni d’individui uniti dal comune modo di sentire: gente senza fede con la coscienza di non aver più nulla da perdere. Una generazione che è bruciata in fretta, e per questo spesso accomunata alla generazione "perduta" del primo dopoguerra, ma che ancora continua a farci compagnia nella nostra voglia di rompere gli schemi, di andare contro i conformismi puritani e soprattutto nel nostro diritto e dovere di salvare il nostro mondo. Lo spettacolo prevede video, musica dal vivo il racconto della nascita di “On the road” di Kerouac, poesie e parole, tante parole in libertà. Voce recitante Gianni Abbate, mentre le musiche, con chitarra elettrica e armonica, sono affidate a Fabio Barili. Le Videoproiezione di foto dell’epoca sono a cura di Gianni Abbate. Gli spettacoli sono ad ingresso gratuito.

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