VAURO PRESENTA ''FARABUTTO'' / intervista a 360 gradi a Vauro Senesi vignettista di Annozero - Graffiante e ironico, “orgoglioso di esser farabutto e comunista, mi sono felicemente riconosciuto in quella categoria di giornalisti farabutti e comunisti, anche se siamo in pochi ormai” ma anche impertinente e autocritico “non si puo’ dire che sia pronto di riflessi: sono 17 anni che ho smesso di credere nella classe politica dalla quale non mi aspetto nulla, anzi mi aspetto il peggio, e’ la cosa migliore che riescono a fare!”.
Vauro Senesi, il vignettista di ‘Annozero’, conquista con il suo ‘toscanaccio forte’ il pubblico che in questi giorni e’ accorso a varie presentazioni, come la Citta’ del Libro, a Campi Salentina, o alla Feltrinelli di Milano, o ad Alba, del suo libro ‘Farabutto. Dichiarazione d’amore molesto’ (edizione Piemme) che ha replicato nel fine settimana a Milano e a Cuneo.
Un ‘tour de force’ dal Sud al Nord per raccontare che “farabutto e’ farina del sacco di Berlusconi che defini’ farabutti i giornalisti e gli operatori dell’informazione che non erano e non sono al suo soldo”.
Disegnatore e autore satirico, giornalista, scrittore, collabora stabilmente con la trasmissione tv Annozero. Nato a Pistoia nel 1955, ha iniziato la sua attività nel 1977, fondando con Pino Zac ‘Il Male’, rivista cult della satira italiana, che ha fatto risorgere nell’estate 2010 con la complicità di Vincino.
Timori per ‘Annozero’, il talk show di Michele Santoro?
“No, assolutamente. ‘Annozero’ regge, reggera’ perche’ siamo resistenti”.
Non vi preoccupano trasmissioni nuove e di successo come ‘Vieniviaconme’ di Fazio e Saviano?
“E perche’ mai? Quella di Fazio e Saviano non ci ha fatto mica concorrenza, ‘siamo’ nella stessa azienda”.
Di appalusi Vauro ne ha ricevuti tanti ovunque. “Ho sentito parlare di complotti e di attacchi internazionali, Wikileaks in primis, complici sempre i media: le macerie a L’Aquila, l’immondizia a Napoli, l’alluvione in Veneto, il crollo a Pompei. Come no? Tutto vero! Speriamo proprio in questo complotto internazionale! Cosi’ non si dira’ che e’ sempre colpa dei comunisti. Che ci sia di mezzo Ben Laden? Vuoi vedere che questa volta e’ tutto vero…”.
La politica occupa molto il vignettista, l’amico di Michele Santoro, tanto quanto il giornalismo.
“A questa classe politica ho smesso 17 anni anni fa di credere, di aver fiducia: da essa mi aspetto il peggio, e’ la cosa migliore che riesce a fare. Riccardo Lombardi? Eh, questo si’ che e’ stato un grande politico, una persona stimatissima. Un politico degno di questo nome perche’ pensava alla Politica e non agli affari”, chiosa con un pizzico di nostalgia ed amarezza il comunista Vauro tenendo in mano ‘Lombardi e il fenicottero’ (edizioni L’Asino d’oro) presente anch’esso alla Citta’ del Libro, caratterizzatasi quest’anno, come voluto dalla Presidente della Fondazione, Maria Novella Guarino, per una scelta forte : puntare su cio’ che fa cultura.
E la presenza a Campi Salentina del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, si inserisce in questo solco.
E, guarda il caso, tanto ‘Farabutto Dichiarazione d’amore molesto’, quanto ‘Lombardi e il fenicottero’ sono in mostra alla Fiera ‘Piu’ libri piu’ liberi’ della Piccola e Media Editoria di Roma (4-8 dicembre) inaugurata dal Presidente della Camera.
E il Fini innovatore? “Mah, non si parlava di Lombardi? Ce ne fossero di politici come Lombardi!”. Uno dei grandi protagonisti della Resistenza e poi della Liberazione… “Ecco, noi di ‘Annozero’ reggeremo perche’ siamo resistenti, molto resistenti”, ribadisce Vauro.
Impenitenti, sarcastici, ironici, velenosi, ma anche inaspettatamente poetici: gli scritti satirici di Vauro riverberano, insomma, il suo sguardo graffiante sull’Italia, la nostra politica, il pantano nostrano e internazionale.
Sono, appunto, dichiarazioni d’amore: non quello sdolcinato buono al più per incartare cioccolatini, né quello interessato a cui si intitolano partiti. Sono scritti corsari, pirateschi arrembaggi dialettici, dichiarazioni d’amore molesto.
“L’amore e’ gioco, fantasia, ironia, curiosita’. L’opposto di quello che ci propina il Partito dell’Amore. L’amore non e’ obbedienza e sudditanza…”. Insomma, “felice di esser farabutto e comunista”,
Vauro l’ultima stoccata la da’, e non poteva esser altrimenti, alla categoria dei giornalisti. “Le redazioni televisive e dei giornali in buona parte sono diventate ormai scuole di obbedienza e di opportunismo”.
Un rischio per la liberta’ d’informazione e la democrazia stessa?
“E’ datato dire la democrazia e’ in pericolo, e’ una realta’ ormai, e questa realta’ bisognerebbe coglierla appieno, ma ahime’ non lo si fa….Speriamo in un sussulto”. E con le sue dichiarazioni d’amore, il farabutto ‘toscanaccio’ ci prova, eccome.