Prenderà il via sabato 26 marzo la dodicesima edizione de Il Sal8 delle 6, che analizzerà come sempre la storia del Bel Paese e soprattutto la memoria, quest’anno sempre più all’insegna del “politicamente scorretto”. “E’ abitudine, purtroppo – precisa il direttore e condutture Pasquale Bottone - che alle rassegne vengano ospitati personaggi appartenenti ad una cerchia ristretta. Un ‘politicamente coretto’ che sta diventando una schiavitù che trasforma le rassegne letterarie in talk show televisivi, spesso fatti da gente che non ha l’esperienza giusta o da conduttori che non sono anchorman credibili. Personalmente mi sento lontano da questa uniformità e provo anche un certo pudore reverenziale non citare la parola ‘cultura’, un pudore quasi mistico. E’ da questa considerazione che nasce la nuova edizione del Sal8 – aggiunge il giornalista -. Penso che ognuno debba fare il proprio lavoro e nessuno debba assurgersi a ‘inventore della cultura viterbese’, un atteggiamento sbagliato tenuto da ‘tromboni senza fiato’. Le rassegne devono perdere questo filone auto-celebrativo di chi le fa e diventare un luogo dove ci sia uno sforzo creativo”. Una critica feroce ad un settore che rischia di appiattirsi e diventare sempre uguale a sé stesso. “Basta ragionamenti solo sulla confezione, che rischiano di inflazionare il mercato con prodotti preconfezionati da  supermercato che non fanno certo crescere la città. Di questo passo non sarà dato più spazio alle nuove tendenze e al mercato emergente. Non dico che una rassegna – conclude Bottone – non debba fare i conti con il marketing e cercare le opportune risorse per sopravvivere, ma non va fatta arretrare la città verso un conformismo opprimente che non abbia vie d’uscita”.


Questa edizione de “Il Sal8 delle 6” presenta un calendario di personaggi “politicamente scorretti”, che vivono di luce propria, a prescindere dal clamore e dall’amplificazione della televisione.
Gli incontri si svolgeranno sempre alle 18 nella Sala conferenze Franco Benedetti di Palazzo Gentili. L'appuntamento inaugurale è dedicato al giornalista Enrico Vaime e la sua “Italia che vorrei”, che sabato racconterà la sua visione della storia, un uomo “di vecchia scuola” che come autore e scrittore è sempre stato all’interno del sistema ma se ne è spesso preso gioco.
Un tuffo nella “Milano da bere” sarà quello del 2 aprile, che vedrà ospiti Paolo Pillitteri e Bobo Craxi, che ricorderanno la figura dello statista socialista “Quando Benedetto divenne Bettino”, analizzandone soprattutto la figura giovanile, le sue aspettative e le sue intuizioni, inserite nell’attualità italiana, dove non è presente un’alternativa social-democratica.
Giovedì 7 aprile sarà protagonista l’editorialista Nicola Tranfaglia, che porterà un ricordo di Carlo Rosselli. “Un pensiero ad una figura che ha influenzato la mia formazione – aggiunge Bottone – e la mia crescita personale e culturale, con quel Partito d’azione, tentativo di veder nascere un’Italia laica, stroncato sul nascere con la morte del fratelli Rosselli”.
Il quarto incontro, in programma il 15 aprile, si intitola “Mio marito Giorgio” e vedrà ospite donna Assunta Almirante, personaggio coerente e di alta moralità, che ha creduto con forza in un ideale. Con lei sarà fatta un’analisi della destra sociale e di cosa ne rimane adesso.
Finale delizioso, il 16 aprile, con il giornalista Mimmo Liguoro, che rivivrà l’Italia del dopoguerra partendo dalla canzone “Dove sta Zazà”, spunto per raccontare un Paese in crescita e in cerca di una identità.
La manifestazione è patrocinata dalla Provincia di Viterbo, presidenza e assessorato alla cultura, dalla Fondazione Carivit e si fregia del logo per il 150° anniversario dell’unità d’Italia.

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