“No alla tratta delle aree di agro romano vincolato. Per rispondere alla domanda di case popolari e housing sociale non serve che il Comune di Roma riapra il bando per cercare centinaia di ettari nella splendida campagna romana da destinare all’edificazione – afferma con decisione Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Servono politiche innovative come la demolizione e ricostruzione dei vecchi quartieri pubblici già edificati, si può operare sull’enorme quantità di residenze esistenti e in costruzione per farle incrociare con la domanda di affitto, rilanciare operazioni di deterziarizzazione, mettere in campo il patrimonio pubblico, individuare ambiti intorno alle aree meno densificate e compromesse dei cosiddetti toponimi, anche per portare infrastrutturazioni necessarie al recupero di quelle stesse aree e, come ultima possibilità, effettuare una ragionevole densificazione di alcuni ambiti edificatori già previsti dal Prg –le aree dei Programmi Integrati–
Tutte operazioni da effettuare a saldo zero, ossia “tanto aggiungo tanto tolgo dalle previsioni”, senza aumentare il già eccessivo dimensionamento del piano regolatore di Veltroni. Dall’ex Ministro alle Politiche Agricole, oggi Sindaco Alemanno, Legambiente Lazio si aspetta interventi in questa direzione e non nuove “manovre” urbanistiche che farebbero crescere i metri cubi del PRG, distruggendo significativi pezzi di agro romano vincolato.”
“Sono circa 24.000 ettari destinati ad Agro Romano Vincolato dal nuovo Prg, tra i quali si andrebbero ad individuare le aree dell’eventuale nuovo bando che l’Amministrazione sta per varare –dichiara Mauro Veronesi, responsabile Territorio di Legambiente Lazio-. Ebbene, ci siamo fatti due conti: edificare i 25.000 appartamenti dell’obiettivo fissato dal Sindaco Alemanno significherebbe realizzare quasi 9 milioni di nuovi metri cubi, oltre il dimensionamento già previsto dal piano. Di fatto con questa proposta si tornerebbe alla prima versione del piano regolatore della Giunta Veltroni adottata nel 2002, che prevedeva 770 ettari di aree di riserva, poi faticosamente ridotte a 385 ettari, soprattutto grazie al lavoro di Legambiente Lazio. Con gli attuali indici edificatori del Prg occorrerebbero, secondo le nostre stime, ben 750 ettari di nuovo suolo da consumare, una quantità di territorio pari a 9 volte Villa Borghese. Pincio compreso...”