Egregio Direttore,
Apprendiamo da alcuni organi di stampa che è stata convocata per il prossimo 23 ottobre la 'cabina di regia' per la realizzazione dell’Aeroporto di Viterbo e che il Presidente della Provincia Mazzoli si sarebbe espresso con viva soddisfazione affermando che finalmente “iniziamo a pianificare lo sviluppo dei prossimi decenni”.
Che ci vogliano decenni per costruire un aeroporto che, pur nel confuso alternarsi di affermazioni e di smentite, sembrerebbe essere - almeno nella mente dei presenti alla 2^ conferenza verso l’aeroporto – un grande aeroporto nazionale/comunitario sostitutivo di Ciampino e destinato nel tempo ad accogliere da un minimo di 6 ad almeno 15 mln di passeggeri/anno, è affermazione ampiamente condivisibile.
Lo affermai – in tempi insospetti molto prima della costituzione del Centro Studi Tuscia – allorquando fu pubblicato un articolo dal titolo “Viterbo 2030”.
Ora però – sulla scorta di alcune perplessità manifestate da qualche organo di stampa mirate a frenare facili entusiasmi sulla notizia dell’imminente insediamento di un organo politico/istituzionale di concertazione – corre l’obbligo per il Centro Studi riproporre temi sui quali si era già espresso in un editoriale del 9 settembre u.s., quando l’attenzione di autorevoli rappresentanti degli Enti Locali e Governativi era tutta incentrata su di una Conferenza dei Servizi che – ad oras - avrebbe risolto in modo conclusivo ogni problematica procedimentale tra i soggetti interessati alla realizzazione di questa imponente e complessa opera.
Affermammo allora che una lunga serie di quesiti posti (su collegamenti ferroviari e stradali, su logistica territoriale, su problematiche ambientali, su convivenza con la presenza di consistenze attività aerea operativa militare etc.) rendevano indecifrabile, per il nostro Centro, le asserzioni in virtù delle quali la convocazione della conferenza dei servizi a breve diverrebbe momento decisorio e risolutivo della realizzazione di cui si tratta. Osservammo ancora – e riproponiamo qui di seguito – che sul piano non solo scientifico, ma anche amministrativo e procedurale appariva legittimo interrogare “la politica” di come - nell’attuale situazione di scarsissima conoscenza di riferimenti tecnici ed economici - fosse possibile assegnare un ruolo conclusivo alla predetta conferenza dei servizi.(Nota).
Il risultato immediato fu che non si parlò più di conferenza servizi, ma si passò immediatamente ad un improvvisato e - a nostro sommesso avviso - intempestivo accordo ENAC-ADR, per la realizzazione e la gestione di un aeroporto senza disporre di riferimenti tecnici sullo stesso e con tutte le problematiche aperte sulla eventuale violazione di norme comunitarie in materia nonché sulla sussistenza di un palese conflitto d’interessi tra soggetto che progetta e verifica compatibilità e soggetto che assume la successiva gestione dello scalo (nella fattispecie, il medesimo:ADR).
Ma a confermare tutti i dubbi sollevati sui poteri di una cabina di regia non preceduta da una conferenza dei servizi ed alla quale è – anche a nostro parere – impensabile che possa andarsi a sostituire, sono proprio le parole proferite dall’Ing. Ettore Incalza nel corso della richiamata conferenza dei servizi verso l’aeroporto della settimana scorsa.
L’alto dirigente delle infrastrutture pur annunciando pubblicamente l’insediamento della cabina di regia ha messo in guardia taluni presenti - interessati probabilmente più all’”affare aeroporto” che non alla costruzione di un progetto realistico – dal “creare illusioni che producono solo delusioni”.
Incalza ha parlato di “processo decisionale armonizzato con il territorio”, ha aggiunto, tra le altre, che “fare un aeroporto non significa scegliere un sito ma destinare una funzione dinamica” ed ancora che la caratteristica di Viterbo è lo “scollegamento” viario e ferroviario e che la mancanza di chiarezza non può essere sopperita dalle tifoserie locali. In proposito il rappresentante governativo ha precisato che le imposizioni territoriali sulla scelta del sito sono ridicole e che la scelta di una funzione non è la comparazione di siti.
Secondo Incalza la vera funzione della cabina di regia è un riferimento portante per una valutazione corretta per uscire da un anonimato generico e da una logica di parte, da gestire in modo trasparente e democratico.
L’alto dirigente ha parlato di investimenti necessari (cospicui:come,quando,perché…) di tempi realizzativi lunghi (citando i 9 anni già trascorsi nel progetto di delocalizzazione Capodichino-Grazzanise) e risorse disponibili ed anche di certezze sul modello concessorio (ADR quindi?) da verificare in ambito Unione Europea (occorre verificare cosa ne pensano 27 stati membri dell’aeroporto comunitario di Viterbo).
Tutte cose interessanti ma Incalza - probabilmente per un imperdonabile dimenticanza – nella sua avvincente e puntuale comunicazione non ha mai proferito la parola T.Fabbri.
Per rispondere quindi ai legittimi dubbi formulati da un quotidiano on line, il significato dell’insediamento della cabina di regia non può essere frainteso e forzato dalla politica.
In tempi di grave crisi economica siamo tutti chiamati ad operare con ancora maggiore senso dello Stato, facendo prevalere ragionamenti basati su dati certi sul piano tecnico e scientifico, senza farsi coinvolgere da approcci personali e superficiali che, se assecondati, possono risultare – in prosieguo di tempo – devastanti sul piano economico e sociale per il territorio e per il sistema Paese.
Il coordinatore
Bruno Barra
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