Sardegna, ultime news Cagliari, Teatro Massimo-  www.UnoNotizie.it - Torna al Teatro Massimo Lupi e pecore di Aleksandr Ostrovskij, capolavoro della drammaturgia russa che già l’anno scorso ha sparso il suo nero e feroce divertimento tra il pubblico, raccogliendo grandi consensi anche fuori dall’isola. Un ritorno che arriva dopo la freschissima tournèe sarda  che ha toccato le tappe di Sassari Nuoro e Ozieri.

Una pièce divertente – firmata da uno dei padri, accanto a Gogol', del teatro russo moderno – per un viaggio tra i labirinti della mente e del cuore umano, un vivido e ironico affresco della società dove «tutti vivono per mangiare o essere mangiati» e ciascuno tesse le sue trame e cura i propri interessi, senza farsi troppi scrupoli. Insomma vige la legge del più forte, l'astuzia vince sull'ingenuità e il prepotente sul più debole o timido, in questa commedia di Ostrovskij.

Definito “lo Shakespeare della classe mercantile russa”, la cui vicenda si ispira ad un vero fatto di cronaca, ovvero il processo contro la badessa del monastero di Serpuchov, e presidente della comunità delle Sorelle della Misericordia, accusata di falso ed estorsione. Traendo spunto da quell'episodio, in cui la badessa giustificava le sue azioni come frutto di un eccesso di zelo benefico, il drammaturgo mette in scena la vita quotidiana in una piccola comunità tra piccole e grandi malversazioni, intrighi, questioni sentimentali e speculazioni economiche, in una giostra in cui «i lupi e le pecore si inseguono scambiandosi vicendevolmente i ruoli».

Fotografia della Russia dell'Ottocento – ma anche dell'umanità di oggi e di ieri – questo  divertissement dolceamaro vede protagonisti gli attori dello Stabile della Sardegna (Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli con  Valeria Cocco e Mariagrazia Pompei) e si affida alla scrittura del fondatore del teatro realistico russo per svelare la ferocia e i veri impulsi nascosti sotto l'apparente gentilezza e urbanità di modi.

L'ambiguità del bene (o piuttosto il fine che non sempre giustifica i mezzi) muove una vicenda intricata, un groviglio di passioni e pulsioni con un esito a sorpresa: “Lupi e pecore” è in fondo un apologo sulla natura umana, e sull'inevitabile equilibrio che come in natura si crea tra cacciatori e prede, carnefici e vittime – appena temperato dalla morale e dalle leggi -  in ogni tempo e in ogni luogo.

 

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