Aiutatemi a salvare casa di mia madre.
Vogliono demolirle la sua unica abitazione, è una settantenne vedova e cardiopatica.
Le è arrivato un ordine di demolizione per il giorno 12/12/2008 da parte della Procura di Viterbo. Il comune di Marta, in tutta questa penosa vicenda, sembra proprio che l’abbia abbandonata.
Il suo abuso risale alla fine del 1997 ed inizi del 1998 e ricadrebbe in una zona soggetta a vincoli paesaggistici. Uso il condizionale, ricadrebbe, perché sembra che tali vincoli valgano solo per lei (per capirlo basterebbe collegarsi a Google Map, ad esempio). Infatti intorno alla modesta abitazione di mia madre si ergono ville a due o tre piani, impianti industriali anche di notevoli dimensioni con annesse attività commerciali, una miriade di altri immobili condonati dal ’95, se non prima, e nel 2004 tutti in attesa di concessione in sanatoria, per cui tutti senza autorizzazione amministrativa, proprio in virtù dei vincoli ambientali (almeno dovrebbero non averla tutti! Altrimenti mi chiederei come avrebbero potuto ottenerla in quella zona e soprattutto per quelle tipologie di fabbricati, non parlo certo di case di contadini o ripostigli per gli attrezzi!) e non so se potrebbero ancora esserci immobili totalmente abusivi (questo sarebbe da verificare!).
L’abuso di mia madre poteva essere bloccato all’inizio dal momento che si trova sulla strada, alla vista di chiunque. L’abuso di mia madre probabilmente avrebbe potuto essere inserito in un piano di recupero urbanistico che il comune di Marta ha prodotto nel 2001 ed ancora in via di definizione, avendo lei presentato insieme a mio padre, una richiesta di concessione in sanatoria in assenza di condono in base all’art. 13 della l. 47/85 nel 1999, o addirittura , vista la determinazione comunale n.198 del 16/07/2008, dove si conferisce incarico ad un architetto esterno proprio di produrre osservazioni tali a risolvere i contrasti tra pianificazione comunale ed il P.T.P.R., potrebbe rientrare proprio in queste osservazioni che sono anch’esse in via di definizione. Mia madre ha presentato, come sua ultima possibilità di salvezza, anche il condono del 2004, per il quale ha ottenuto la certificazione del comune della congruità degli oneri e dell’oblazione a maggio del 2008 e in conseguenza del quale, su richiesta dell’amministrazione comunale, ha dovuto accatastare l’immobile. Allora non capisco come il comune non abbia potuto aiutare mia madre avverso il Tribunale di Viterbo (sede Montefiascone); e non lo capisco proprio in virtù di questo lavoro che dovrebbe essere fatto per rivedere e “regolarizzare" le zone vincolate. E non lo continuo a capire soprattutto se penso al contesto territoriale in cui la casa di mia madre si trova, che non è più l’ambiente esclusivamente agricolo di molti anni fa.
Infine paradosso dei paradossi: l’ordine di demolizione è arrivato anche a mio padre deceduto nel 2003, chissa’ ,non presentandosi all’appuntamento il 12/12/2008 alle ore 9:30 sotto la casa comunale (a Marta VT), cosa rischierà?!
Raffaella Todini
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