Egregio Direttore,

la decisione della Regione di istituire un parco regionale nell’area dell’Arcionello, ha sollevato un vespaio di reazioni, in cui ognuno racconta la proprio verità e contesta quella dell’altro, come nella celebre commedia di Pirandello “così è se vi pare”.

Per restare su un piano di massima concretezza vorrei solo cercare una risposta ad una semplice domanda: erano proprio necessari alla città di Viterbo altri 117000 metri cubi di edifici, da aggiungersi alle centinaia di migliaia costruiti negli ultimi anni, che erano previsti dal piano integrato? Esistono nel nostro capoluogo circa 1000 persone che necessitano in modo impellente di abitare circa 300 alloggi che sarebbero stati costruiti all’Arcionello?

La città ha avuto negli ultimi anni uno scarso sviluppo demografico,molto meno di quanto era stato previsto nel passato; le occasioni di lavoro si stano riducendo sempre più e i nostri giovani si recano altrove a cercare lavoro e migliori condizioni di vita.

Ho la sensazione, girando per Viterbo, che alcuni quartieri si stiano svuotando e comunque osservo checi sono molte case vuote, mentre nelle agenzie immobiliari gli elenchi delle case in vendita ed in affitto sono lunghi.

Creare nuovi quartieri abitativi significa fornirli dei necessari servizi, quando non ci sono i soldi per ottimizzare quelli esistenti, alcuni dei quali molto carenti, dove sì ,per citare il vice sindaco, potrebbe essere necessario munirsi di speciali attrezzature e di spirito di avventura come Indiana Jones per accedervi, specie dopo le abbondanti piogge di questi gironi e lo stato delle strade, delle fogne, degli scoli delle acque, ecc!

L’intervento dei privati , previsto dal piano integrato, per la realizzazione di un parco nelle aree rimaste libere dalla urbanizzazione,penso, sarebbe stato ben poca cosa: qualche steccato, qualche muretto, qualche intervento di scavatrici ed altro, ma il costo maggioredei servizi e della loro perpetua manutenzione, sarebbe stato a carico del Comune, in cambio di un pò di soldi derivanti dalle tasse una tantum di urbanizzazione.

I privati,invece, alcuni dei quali ci rappresentano nel consiglio Comunale, avrebbe realizzato ingenti guadagni! Io credo che l’affare maggiore l’avrebbero fatto loro, mentre noi cittadini avremmo avuto maggiori spese, scarsi servizi e meno verde intorno alla città.

Penso che, anche integrando i fondi della regione, che saranno molto pochi, per la verità, per mantenere il parco ad un livello minimo di fruibilità e di conservazione, avremo meno spese e più cielo azzurro, come scrive il nostro onnipresente vice-sindaco. Credo anche che non mancheranno forme di volontariato,per sostenere il parco, ad integrazione degli interventi pubblici, come in ogni realtà civile contemporanea. Perciò io, come cittadino viterbese, ringrazio tutti coloro che si sono battuti per fermare l’ennesima speculazione.

L’industria edilizia è un’importante risorsa, va sostenuta, poiché è indispensabile per lo sviluppo di un paese e rappresenta un forte sostegno all’occupazione ed un volano per l’economia in generale, ma non deve prestarsialla speculazione, altrimenti costituirebbe un elemento negativo per la società.

La dove la speculazione ha regnato è rimasto degrado, povertà e criminalità!

A Viterbo, a mio parere, l’industria edilizia può avere ancora un ruolo importante, specie nelle ristrutturazioni dei centri storici e trasformazioni di alcuni quartieri sorti negli ultimi decenni, con parcheggi ,aree verdi, servizi alle persone, accessi, ecc. insufficienti, perché costruiti con criteri più vicini alla speculazione, che non al benessere di chi ci deve vivere.

Trasformare questi quartieri in aree residenziali con criterimoderni, rendendo efficiente la rete dei servizi giàesistenti, significa aumentare il valore aggiunto dell’intera città ed il benessere dei suoi cittadini.

Tale attività si presta meglio all’utilizzo di imprese edilizie locali medio- piccole, incentivando l’occupazione e riducendo il rischio di infiltrazioni mafiose, così tanto, giustamente, temute! Forse potrebbe anche fare scendere Viterbo di qualche punto nella classifica delle provincie italiane; ora solo 16 provincie, su 103, stanno peggio di noi!

Giuliano Massaro  

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