Domenica 01 febbraio alle ore 11:00, la Galleria Miralli inaugura presso Palazzo Chigi di Viterbo, la personale dell’artista Paul Klerr dal titolo Cartapeste e due Sculture con testo di Sigfrido Oliva.
In mostra gli altorilievi in cartapesta dipinta, con il dualismo del loro essere scultura e pittura, e due sculture.
Da sempre Klerr porta avanti una ricerca basata sulla fragilità e leggerezza della materia, che spiega l’abbondante impiego di carta nelle sue realizzazioni, materiale che per la sua duttilità, rimane strumento privilegiato dall’artista. Nei rilievi in cartapesta, elementi naturali e artificiali si dispiegano nello spazio in soluzioni imprevedibili.
Dalla metà degli anni Ottanta, Paul Klerr inizia a ricorrere a materiali più pesanti, tornando ad un’idea “classica” della scultura a tutto tondo. Anche qui l’unione degli elementi, nell’incessante ricerca di equilibrio, suscita quel senso di precarietà, centrale nell’opera di Paul Klerr.

Paul Klerr, di origine americana, è nato a Roma nel 1937 ed ha effettuato i suoi studi negli Stati Uniti .
Negli anni Sessanta ha raggiunto l’Italia per frequentare il corso di scenografia presso l’Accademia di Belle Arti a Roma, dove si è diplomato.
Le sue prime opere vengono esposte alla Quadriennale di Roma nel 1968; sono dipinti a matita uniti a carta in rilievo.
Sempre nel 1968 Paul Klerr ha realizzato la prima installazione, composta da tubi, gomiti e giunti a forma di “T” in PVC, nella sua casa a Roma. Da qui, con la collaborazione di Alvin Curran, realizza una scultura musicale d’ambiente, che ha preso il nome di Magic Carpet esposta alla Galleria Arco D’Alibert nel 1970.  I due artisti presentano una nuova scultura musicale al Teatro in Trastevere, con il nome di Lillipudine o Casa di Carta, composta da tre pianoforti, un televisore e l’improvvisazione di una ballerina, in una casa di carta.  
Nel 1975 compone tre grandi murali di carta nel suo studio romano e nello stesso anno propone il lavoro alla Biennale di Venezia, ospitata al Mulino Stucky.

Alla fine degli anni ’70 Paul Klerr inizia a dedicarsi ad una ricerca che egli stesso chiama Vertical Art, con la realizzazione di sculture costituite da strutture sottili di listelli di legno o retina metallica ricoperta di gesso, aventi come base il muro.
Si assiste ad una alternanza fra opere d’ambiente e ricerca sulla carta nelle mostre alla Galleria Il Segno (1972), all’Arco d’Alibert (1976), all’Accedemia Americana di Roma (1979), alla Galleria Peccolo di Livorno (1980), alla Galleria Plurima di Udine (1981) e alla Galleria Primo Piano di Roma (1981).
Nel 1980, alla mostra tenutasi nello Studio Pardi-Morales, l’artista viene designato da Gianfranco Pardi e Carmen Morales, organizzatori della mostra, come “...Outsider, un artista al di fuori di ogni tendenza...”.
Nel 1983 Klerr viene invitato alla rassegna voluta da Achille Bonito Oliva a Pisa, “Critica ad Arte”, ed espone alla galleria A.A.M. di Roma (“Autoritratto”). Nel 1984 ha presentato una mostra personale, intitolata dallo scultore stesso “Dispiegamenti” presso la Galleria Primo Piano di Roma, in cui è stato definito dal poeta Valentino Zeichen “scultore dell’effimero” per le morbide modulazioni di pieni e di vuoti che spiegano la forma e  conferiscono alla scultura carattere di precarietà.
Viene poi invitato da Filiberto Menna alla rassegna “Tridimensionale”, presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli. Insieme a lui sono altri esponenti della nuova scultura italiana, quali Ettore Consolazione, Silvia Guberti, Patrizia Guerresi, Luigi Mainolfi, Plinio Mesciulam, Luigi Ontani, Antonio Trotta, Corrado Morelli. 
Nel 1987 Paul Klerr partecipa alla mostra “Italie d’Aujourd d’Hui” a Nizza e allo “Sculpture Center” a New York. Affrontando il problema dello spazio urbano, partecipa a vari concorsi per opere pubbliche realizzando una fontana monumentale a Viterbo e due sculture monumentali a Siracusa e a S. Maria Capua Vetere.  Partecipa poi al concorso per il Nuovo Quartiere Regionale di S. Polten in Austria, per il Centro Congressi all’Eur e per la riqualificazione dell’area di Ponte Milvio a Roma.         
Elementi ricorrenti del suo lavoro sono: l’assenza di intenzioni figurative e una particolare attenzione agli aspetti percettivi dei materiali e delle strutture.
Attualmente l’artista vive a Roma, ma continua a lavorare nel suo studio a Sutri dal 1987.

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