TARQUINIA - VITERBO - ( UNONOTIZIE.IT) | |
Gli agricoltori sottolineano in una lettera che: " le critiche lanciate contro ITALIA NOSTRA, (che ha preso una chiara posizione contro la costruzione della nuova autostrada Tirrenica), non sono condivise da chi lavora e ama la MAREMMA TOSCANA e LAZIALE. Eppure l'ex senatore Meraviglia, poco tempo fa, ha lanciato i suoi strali dai giornali locali “contro il partito del no” adducendo motivazioni di sicurezza - in quanto i trattori sarebbero pericolosi sull'Aurelia allargata ed ha sottolineato il possibile sviluppo del turismo.
Se il partito dell'ex senatore, attualmente in minoranza al Consiglio Comunale di Tarquinia, vuole fare il salto della quaglia, faccia pure, ma non usi il mondo agricolo come capro espiatorio. Se veramente vuole essere dalla nostra parte, chieda al suo rappresentante di votare in modo più incisivo contro l'autostrada e contro la conversione a carbone della centrale di TVN a Civitavecchia. Perché se i campi coltivati finiranno sotto l'asfalto o saranno anneriti dai fumi del carbone non ci saranno problemi di sicurezza per il transito delle trattrici sull'Aurelia visto che saremo costretti a chiudere le nostre attività e Tarquinia perderà il 70% del PIL. E anche il turismo, caro ex senatore, non si incrementa con il transito su un autostrada ma con la valorizzazione e promozione di quello che è un sito Etrusco patrimonio dell'Unesco. Tarquinia, il sito era più caro agli Etruschi che oggi a lei. Questa parte di Maremma oggi sarebbe stravolta da un'autostrada a terrapieno con altezze che variano da 2 a 8 metri. Magari con uno strato di polvere di carbone sopra! E proprio a Tarquinia la cui economia si basa soprattutto sull'agricoltura e dove la sola produzione cerealicola è tale da essere sufficiente per la città di Roma. Per tutti questi motivi ci stupiamo quando la nostra attività viene messa sotto scacco da infrastrutture così tanto devastanti e facciamo anche un accorato appello alle altre categorie commerciali e ai privati cittadini per fare fronte comune verso queste strutture così dannose per l'economia e la salute. Se lei, da senatore, all'apice della carriera, avesse pensato più al territorio ed al suo paese, oggi avrebbe potuto essere visto in maniera più consona al ruolo che questo bacino l'aveva demandata a rappresentare, invece di essere costretto a fare l'opinionista non interpellato e non gradito. Non ce ne voglia, ma moltissimi di noi non tracciarono quella croce sulla sua scheda senatoriale. Non siamo il partito del no, ma siamo il partito del sì. SÌ alla salute, SÌ alla salvaguardia del territorio, SÌ al nostro lavoro. L'unico “NO” lo diciamo forte e chiaro ai trenta denari di chi vuole comprarci."
GLI AGRICOLTORI DI TARQUINIA E DELLA MAREMMA |
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