FALCONARA MARITTIMA - ANCONA- (UNONOTIZIE.IT)

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Scrivo perché trovo assurdo che parte della popolazione falconarese si batta a favore delle nuove centrali, così da replicare la spaccatura, che già altre volte si è verificata nella cittadinanza, tra quelliche sono solidali ai malati e preoccupati per le proprie famiglie e quelli che sono solidali con ilavoratori della raffineria.


Premetto che, a mio parere, di fronte al diritto alla salute, tutto il resto debba passare in secondo piano, anche il diritto al lavoro. Infatti, si lavora per vivere e non si vive per lavorare: da ciò discende l’ordine di priorità tra i due (fondamentali) diritti.
Detto questo, non credo che nel nostro caso i due diritti siano in contrasto l’uno con l’altro, ma possano tranquillamente convivere, cercando l’ottimo sociale.
La costruzione delle nuove centrali è solo un modo per ridistribuire la ricchezza dalle masse aqualche singolo: si toglie ai poveri per dare ai ricchi.

Questo è un meccanismo che sempre più siverifica in Italia e a Falconara ne stiamo vivendo un esempio. Analizziamo il perché:
Chi guadagna da questa operazione? Il potente di turno, cioè il proprietario delle centrali che si vogliono costruire.
Chi perde? I tanti cittadini falconaresi e più in generale gli italiani. Perché?


1. I nuovi malati (ad esempio di leucemia, di malattie respiratorie…) sostengono spese economiche (sempre prescindendo dal fatto che valutare un danno alla salute dal punto di vista meramente economico è un affronto alla persona che soffre!).
2. I nuovi malati gravano sulle tasche di tutti, perché parte delle nostre tasse servono persovvenzionare le cure sanitarie per queste persone.
3. Altra parte delle nostre tasse finisce in multe che l’Italia sarà costretta a pagare perché contravviene agli impegni presi firmando il protocollo di Kyoto (anche qui prescindendo dal più importante discorso di tutela dell’ambiente, che tra le altre cose significa tutela della vita nostra e delle future generazioni).
4. Le bollette dell’elettricità continueranno a crescere dato che il costo di gas e petrolio è destinato ad aumentare, sia perché a fronte di una crescente domanda vi sarà una sempre minore offerta (i combustibili fossili, come tutti sanno, non dureranno in eterno…), sia perché più si va avanti più si dovranno sfruttare giacimenti sempre più “scomodi” da utilizzare e raggiungere. L’aumento del costo delle bollette elettriche sarà una fonte di costo per noi cittadini sia direttamente quando le andremo a pagare, sia in maniera indiretta: le nostre imprese utilizzeranno energia sempre più costosa e quindi produrranno beni che pagheremo sempre più, oppure falliranno aumentando la crisi economica e la perdita di competitività che l’Italia sta subendo già da alcuni anni.
5. L’Italia è povera di combustibili fossili (mentre è ricca di sole, vento, acqua…). Questo implica che l’utilizzo di queste fonti di energia ci rende strategicamente dipendenti dai voleri di paesi esteri (si veda il caso della battaglia del gas tra Russia e Ucraina), che continuiamo ad arricchire, per poi lamentarci del fatto che con tale denaro vengano ad acquistare le nostre imprese. Per me non è un problema, ma coloro che sono preoccupati per l’italianità delle nostre imprese (e c’è chi ha usato questo argomento per vincere le elezioni), sono spesso le stesse persone che vorrebbero continuare a usare combustibili fossili: assurdo!
6. La nostra città perde valore e le nostre case lo stesso. Chi ha una casa di proprietà a Falconara Marittima sa che, se si costruisse una enorme centrale, il valore della propria casa non potrebbe risentirne positivamente. Anche questo è un danno economico per i falconaresi.

Il comune di Falconara? Secondo me è un altro soggetto che in questa situazione ci sta rimettendo. Incassare 2-3 milioni è verosimilmente poco rispetto all’ammontare dei contenziosi, ma non avendo io studiato le carte legali, non voglio sindacare sul fatto che sia o meno una cifra congrua. Perché lo si fa?

Ritengo che probabilmente sia un modo per avere un po’ di liquidità per procrastinare il possibile dissesto del comune, dato che questo ha debiti per oltre 75 milioni di euro e questi pochi milioni servono a tamponare le ferite, magari assieme alla vendita di qualche immobile o alla vendita delle farmacie, sperando di arrivare alla fine dei 4 anni di mandato.


Senza un progetto strutturale di risanamento, non credo ci siano realistiche prospettive di salvezza economica per l’ente. Comunque anche se il debito fosse stato molto più esiguo e questa operazione avesse potuto risanare le finanze comunali, occorre ricordare che il Comune esiste per il bene dei cittadini, mentre non è vero il contrario e cioè che i cittadini debbano rischiare la salute per salvare il comune!
E i lavoratori? Non avremo nuovi posti di lavoro? Qui il discorso è più articolato. Va visto su diversi archi di tempo.


Sul breve periodo sicuramente una nuova centrale crea posti di lavoro. E’ per questo che occorre proporre un’alternativa come la costruzione di una centrale solare o eolica. Io non sono un tecnico e quindi non riesco a dire quale dei due progetti (centrale a metano contro centrale solare) può offrire più posti di lavoro, ma sicuramente non si sta parlando di chiudere l’API e di mettere in mobilità le persone che già ci lavorano!


Sul medio-lungo periodo la risposta è molto più chiara: la centrale a metano non va fatta. Perché? Innanzitutto perché le fonti fossili finiranno, quindi prima o poi questa centrale chiuderà e non offrirà più posti di lavoro; viceversa una centrale solare potrà durare fino a tempo indeterminato. Inoltre una mega centrale porta danni collaterali (in economia si chiamano esternalità negative) sulle altre attività. Si pensi alle aziende agricole della Vall’Esina o alle attività ittiche che si svolgeranno in un ambiente sempre più inquinato.


Per non parlare delle numerose attività legate al turismo: non a caso Senigallia vede aumentare la propria popolazione e i posti di lavoro non mancano; invece Falconara sta declinando dato che la raffineria ha fatto terra bruciata: non crea lavoro, lo distrugge!
Cinquanta anni fa Falconara era turisticamente più attrezzata di oggi (alberghi, ristoranti…) e credo che tutti coloro che lavorano nel campo turistico, nell’agricoltura o nella pesca non possano non preoccuparsi per il loro posto di lavoro a fronte della costruzione di nuove centrali a combustibili fossili. Da ultimo l’utilizzo di combustibili fossili, come già detto, porterà bollette sempre più costose che renderanno il sistema economico marchigiano sempre meno competitivo, creando disoccupazione anche per le aziende non falconaresi.


Detto tutto questo, credo che sia evidente che questa operazione sia da evitare. Qualcuno sostiene che è vantaggiosa, ma credo che si dimentichi di concludere la frase, specificando PER CHI è vantaggiosa, perché in effetti QUALCUNO ci guadagna in questo trasferimento di ricchezza dai tanti a pochi, ma non sicuramente la collettività.

Forse occorre spiegare ai nostri amministratori che sono eletti per fare il bene comune e non quello di qualcuno!
Così pure le rappresentanze sindacali, che debbono sì fare gli interessi di categoria, non dovrebbero
perdere di vista il bene comune.


Da ultimo concordo e rilancio l’idea di una società che possa mettersi in moto per costruire nuove centrali solari o eoliche a partire da Falconara e dalla Valle Esina. Questo perché si capisca che nonsiamo il comitato del no al progresso, ma che anzi vorremmo vedere il mondo andare avanti con le
nuove tecnologie, abbandonando i combustibili fossili, che sono retaggio del passato (per quantoancora non se non possa fare a meno), per raggiungere l’auspicato utilizzo di energie pulite,rinnovabili e a produzione diffusa. D’altra parte è il momento giusto per intraprendere questoprogetto, poiché i nostri risparmi lasciati in banca o investiti in BOT non sono particolarmenteremunerativi (in questo momento un bot a sei mesi rende al netto delle tasse meno dell’1,5%, quindi meno dell’inflazione).

Quindi credo che sia il momento di unire le forze economiche eimprenditoriali in una iniziativa di azionariato diffuso tra tutti coloro che vorranno partecipare in modo che si possa rendere fattivo il progetto di un mondo migliore.


Luca R.

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