VITERBO (UNONOTIZIE.IT)

 

 

Caro Direttore,

 

 

Riteniamo doveroso rendere un’informativa di taglio nazionale  sugli orientamenti prevalenti sul piano politico ed istituzionale relativamente alla realizzazione di nuovi aeroporti e/o sistemi aeroportuali.

 

ENAC ha concluso da pochi giorni una gara da 600.000 Euro per affidare ad un raggruppamento di società  lo studio sullo “Sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell’organizzazione infrastrutturale del territorio .

 

 Una recentissima sentenza della Corte Costituzionale nell’accogliere un ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri, ha "cancellato" la legge regionale che nel 2007 aveva – tra le altre - riservato all'amministrazione locale il potere di decidere sul rilascio delle concessioni per la gestione degli aeroporti regionali.

 

La consulta ha ribadito che solo allo Stato compete "la valutazione unitaria e la tutela di interessi" che vanno oltre "la dimensione regionale" e si riferiscono "alla sicurezza del traffico aereo e alla tutela della concorrenza", e che non possono essere violati i regolamenti dell'Unione europea "finalizzati a garantire lo sviluppo della rete trans-europea dei trasporti". La Regione non può "invadere" il settore "dell'organizzazione e dell'uso dello spazio aereo in una prospettiva di coordinamento fra più sistemi aeroportuali". Temi sui quali invece lo Stato ha una competenza esclusiva.

 

Infine qualche giorno fa il presidente della commissione Trasporti della Camera On.le Mario Valducci rilasciava un’intervista ad AIR PRESS  manifestando l’intendimento della Commissione di non avere alcuna intenzione di spendere soldi per altri aeroporti se prima – attraverso una pianificazione ragionata che distingua ruolo e funzioni di aeroporti regionali e nazionali non si razionalizzano gli aeroporti che già ci sono. Quindi bloccare la nascita di nuovi aeroporti almeno fino a quando non ci saranno adeguati spazi di crescita.

 

 

Orbene ci si chiede:

 

  • Se – come peraltro osservato da tempo dal nostro Centro Studi – il realizzando mega aeroporto del T.Fabbri non è stato preceduto da un’analisi ed una pianificazione di livello nazionale sullo sviluppo della rete aeroportuale.
  • Non risulta esservi stata alcuna pronuncia ufficiale dell’UE che faccia ritenere tale ipotesi realizzativa in linea con i regolamenti finalizzati allo sviluppo della rete trans europea dei trasporti (stante anche la mancanza di presentazione alla Commissione Europea dei Trasporti del relativo progetto di fattibilità).
  • Le dichiarazioni e gli assensi del Presidente della Regione Lazio alla realizzazione di un aeroporto nazionale (anzi, di più, comunitario) non hanno alcun peso in quanto invadono l’esclusiva competenza dello Stato.
  • Si spendono ben 600.000 Euro per conoscere – prima di altre sortite “fantasiose” – a quale ragionato sviluppo debba ispirarsi la nostra rete aeroportuale.

 

Quale futuro ha la prospettiva di realizzare (si badi bene ex novo perché anche l’attuale “pistarella militare” andrebbe smantellata) sul T.Fabbri un mega aeroporto comunitario che a detta di taluni oltre ad un formidabile sviluppo economico offrirebbe opportunità di lavoro a quasi un terzo della popolazione di Viterbo? Non sarebbe meglio – facendo prevalere il buon senso – ripiegare su un ipotesi maggiormente percorribile di potenziare (con bilanciati investimenti) l’attuale aeroporto rendendolo compatibile ad accogliere un utenza prettamente regionale in armonia con la sua vocazione territoriale e rinunciando una volta per tutte all’intento devastante di voler Ciampinizzare Viterbo?

Auspichiamo su questi quesiti risposte dalle Istituzioni e l’apertura di un dibattito tecnico/giuridico serio  ed allargato a tutte le forze politiche sociali, senza riserve.

 

Vive cordialità

Il coordinatore dott. Bruno Barra

 

 

(Si riportano a piè pagina i comunicati ufficiali delle tre notizie)

 

 

 

 

Roma, 13 gen. (Comunicato stampa ENAC)

CONCLUSA LA GARA EUROPEA PER L’AFFIDAMENTO DI UNO STUDIO SULLO SVILUPPO DELLA RETE AEROPORTUALE NAZIONALE

L’ENAC rende noto che si è conclusa la procedura di gara europea bandita sulla base di una iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, definita in un accordo sottoscritto il 22 dicembre del 2006 tra tale Ministero e l'Ente, per il finanziamento congiunto di 600.000 Euro (di cui 500.000 Euro a carico del Ministero e 100.000 Euro a carico dell'Ente) per l’affidamento dell’elaborazione di uno studio sullo “Sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell’organizzazione infrastrutturale del territorio”.

Lo studio è stato aggiudicato al raggruppamento composto da One Works S.p.A., Nomisma S.p.A. e KPMG Advisory S.p.A..

Si tratta di uno studio programmatico, tarato sulle esigenze e sulle ipotesi di sviluppo competitivo del sistema aeroportuale nazionale, che verrà proposto dall’ENAC al Ministero di riferimento e che potrà diventare la base per la redazione del piano nazionale degli aeroporti italiani.

Il raggruppamento societario che si è aggiudicato la gara dovrà presentare il progetto entro otto mesi dalla data della firma del contratto.

Roma, 30 gen. (Apcom) - La regione Lombardia non ha "voce in capitolo" nella gestione degli aeroporti. La Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri, ha "cancellato" la legge regionale che nel 2007 aveva istituito un coordinamento aeroportuale e aveva riservato all'amministrazione locale il potere di decidere sul rilascio delle concessioni per la gestione degli aeroporti regionali e sull'assegnazione delle cosiddette "bande orarie". A cadere sotto i "colpi" della Consulta è la legge 29/2007 della regione Lombardia. Nelle motivazioni della sentenza 18 dei giudici delle leggi viene sottolineato come la norma regionale sia incostituzionale sotto diversi profili e in più punti. Oltre a violare le norme costituzionali che riservano allo Stato "la valutazione unitaria e la tutela di interessi" che vanno oltre "la dimensione regionale" e si riferiscono "alla sicurezza del traffico aereo e alla tutela della concorrenza", il legislatore lombardo ha anche violato i regolamenti dell'Unione europea "finalizzate a garantire lo sviluppo della rete trans-europea dei trasporti". In particolare la legge è incostituzionale "anche nella parte in cui dispone che la regione nomina un proprio rappresentante nel comitato di coordinamento degli aeroporti" soprattutto perché, aggiunge la Consulta, "prevede l'obbligo del coordinatore del comitato di motivare eventuali pareri difformi da quelli del rappresentante regionale". In conclusione, la Corte costituzionale osserva che la legge regionale non si limita a intervenire sul fronte delle infrastrutture ma "invade" il settore "dell'organizzazione e dell'uso dello spazio aereo in una prospettiva di coordinamento fra più sistemi aeroportuali". Temi sui quali invece lo Stato ha una competenza esclusiva.

Roma, 2 febbraio 2009 (Air Press)

Il presidente della commissione Trasporti della Camera ad AIR PRESS

 

Anziché spendere soldi per altri aeroporti,bisogna razionalizzare gli aeroporti che già ci sono. Quindi bloccare la nascita di nuovi aeroporti almeno fino a quando non ci saranno adeguati spazi di crescita. Questa, in sostanza, l’opinione sullo status aeroportuale nazionale espressa ad AIR PRESS dall’on. Mario Valducci, presidente della IX commissione permanente (Trasporti) della Camera nel momento in cui si prepara l’avvio della già annunciata e deliberata indagine conoscitiva parlamentare sul settore degli aeroporti italiani (cfr. AIR PRESS, Fasc. 47/08, pag. 1869).

Dichiarandosi «consapevole della necessità di una rivisitazione della legislazione in materia di aeroporti», il presidente della commissione Trasporti di Montecitorio spiega che l’indagine è stata promossa a seguito del «venir meno della compagnia di bandiera, della compagnia di Stato, che ha dilapidato risorse e che ha condizionato il sistema aeroportuale italiano e il suo sviluppo».

Fino ad oggi, afferma Valducci, la realizzazione degli aeroporti è stata «influenzata da partiti e da personaggi politici e i trenta-trentacinque aeroporti italiani risentono di questa situazione», mentre, nello stesso tempo, «nessun governo ha avuto il coraggio di distinguere tra aeroporti nazionali e aeroporti minori e senza che ci fosse un orientamento alla specializzazione degli scali aerei. Abbiamo assistito - continua il presidente della IX commissione - a sprechi di risorse economiche ed umane solo per valutare la realizzazione di aeroporti “fantasiosi”, ad esempio in Calabria dove ci sono tre aeroporti, Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria, sottoutilizzati, ma dove si è speso un milione di euro per lo studio di fattibilità di quello di Sibari (ipotesi che il sottosegretario ai Trasporti Giuseppe Reina ha definito “non condivisibile” rispondendo ad un’interrogazione dello stesso Valducci (cfr. AIR PRESS, Fasc. 4/09, pag. 101, NdR)». SCOPO DELL’INDAGINE che la IX commissione si avvia ad intraprendere è proprio, ribadisce il suo presidente, quello di «rivisitare la legislazione vigente in materia» e se una Regione vuole un aeroporto sia essa ad assumersi l’onere della sua realizzazione, ma facendo in modo che il cittadino sappia che questo scalo è aperto dalla Regione. Ma, vista la stretta relazione che c’è fra Stato e Regione, bisogna evitare che lo Stato butti via soldi. «Il discorso normativo è importante per la tutela dei soldi del cittadino

 

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