ROMA (UNONOTIZIE.IT)

Si è inaugurata a Roma presso il Complesso del Vittoriano, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi la grande mostra “Giotto e il Trecento”.

La Regione Marche è una delle sostenitrici dell’evento nel nostro territorio si conservano infatti straordinari cicli di affreschi e numerosi dipinti su tavola, opera dei seguaci di Giotto formatisi presso il cantiere della basilica di S. Francesco di Assisi e a Rimini. Le Marche conservano anche uno dei capolavori del Trecento italian il cappellone di S. Nicola di Tolentino, affrescato da Pietro da Rimini e dalla sua bottega.

In una affollata conferenza stampa, insieme agli assessori alla cultura delle altre regioni interessate all’evento culturale, l’assessore alla Cultura e Turismo, Solazzi ha manifestato l’apprezzamento della Regione Marche per una mostra unica nel suo genere, ricca di dipinti su tavola che esaltano l’importanza di Giotto per l’arte figurativa italiana. L’assessore Solazzi ha inoltre sottolineato l’attenzione tributata dalla mostra ai territori regionali con l’allestimento di una specifica sezione dedicata, dal titolo “L’Italia di Giotto”.

“L’aspetto più significativo dell’opera di Giotto - ha affermato Solazzi - è la dimensione nazionale della sua pittura e la diffusione dei suoi modelli da parte dei pittori che vennero in contatto con le sue opere, cosa che contribuì fortemente alla nascita di un linguaggio artistico italiano. La mostra dedicata a Giotto aperta a Roma costituisce pertanto un’occasione importante e preziosa per far conoscere al grande pubblico quanto siano diffusi in Italia i capolavori giotteschi e le ramificazioni territoriali della sua scuola.

La sezione “L’Italia di Giotto” inserita nel percorso di mostra aiuterà il visitatore a comprendere il “museo giottesco diffuso” marchigiano composto da chiese e musei ricchi di opere perfettamente conservate”. In ciascuna delle singole aree dedicate alle Regioni si è voluto documentare visivamente, attraverso l’utilizzo di filmati, corredi fotografici, vetrofanie, ricostruzioni scenografiche, il segno di Giotto disseminato lungo un percorso che si snoda per buona parte della penisola.

Una importante operazione di valorizzazione del territorio, quindi, con la presentazione non solo di capolavori del maestro, ma anche di opere dei suoi allievi diretti o dei pittori “giotteschi”, figli del suo modell affreschi e dipinti, architetture e sculture. “La mostra di Giotto - ha concluso Solazzi - è un chiaro investimento culturale per la valorizzazione di un artista ma anche del territorio dove ha operato; su questa scia le Marche si stanno preparando ad accogliere il grande evento di Raffaello, le cui opere torneranno a casa in una grande mostra a Palazzo Ducale visitabile dal 4 aprile”.  

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