CIVITAVECCHIA (UNONOTIZIE.IT) La città di Civitavecchia, situata nel Lazio a pochi chilometri da Roma, al confine con la Bassa Maremma, in Etruria Meridionale, affonda la sua storia nel profondo dei millenni.

Nella zona, risultato di un lunghissimo processo di civilizzazione ed urbanizzazione del territorio, si trovano sovrapposti ed accumulati, attraverso varie epoche, significativi elementi che confermano la presenza e lo sviluppo di insediamenti umani addirittura sin dall'età Preistorica.

La città, uno dei centri più importanti dell’Etruria Meridionale, si formò sicuramente a partire da un villaggio degli Etruschi la cui presenza è testimoniata da vicini siti archeologici come Aquae Tauri, Tarquinia, Cerveteri e Pyrgi.

La zona non diventa città, né ci sono tracce in documenti romani, fin dopo 103 d.C, durante l'Impero.

Infatti il nome Centumcellae, con cui gli antichi romani designavano Civitavecchia, compare per la prima volta nel 107 d.C. in una lettera nella quale Plinio Secondo informa il suo amico Corneliano di essere stato convocato dall'Imperatore per il "Consilium principis" presso la sua villa, in un luogo chiamato appunto Centum Cellae, e descrive i grandi lavori in corso per la costruzione del porto.

Da ciò pare giusto fissare la nascita di Centumcellae al 107 d.C. ed ipotizzare la fine dei lavori attorno al 110.

Il significato del nome Centumcellae per anni è stato oggetto di discussioni: potrebbe riferirsi al gran numero di piccoli bacini o insenature naturali che costellavano questo tratto di mare, oppure ai numerosi ambienti costruiti nella darsena per la raccolta merci, o ancora alle cento stanze della Villa Imperiale.

All’imperatore Traiano si deve la nascita del porto, conosciuto anche come Porto di Roma, e, di conseguenza, della città, in quanto presero forma insieme, l'una connessa all'altro, anche perché lo scopo principale di questa grandiosa iniziativa era quello di dotare la capitale di attrezzature portuali sussidiarie rispetto a quelle già ampliate alla foce del Tevere, divenute ormai inservibili.

La costruzione del porto fu affidata all’architetto Apollodoro e rappresenta un alto modello di ingegneria, concepito come una vera e propria costruzione artificiale senza sfruttare le condizioni naturali di riparo costiero.

Il lembo di mare antistante la costa venne protetto da due costruzioni, di 400 metri di lunghezza, che delimitavano un ampio bacino.

Alla fine di ciascuna di esse si ergevano delle torri, anche con funzione militare, riutilizzate dai papi come fortini. A completare l'opera venne gettato in mare aperto un antemurale, a profilo ricurvo, che fronteggiava i due moli, consentendo il passaggio anche alle navi di 150 metri.

Alle sue due estremità si ergevano delle torri-faro, trasformate, in età moderna, in un faro e in un fortino.

Nell'area portuale vennero inoltre costruiti una serie di edifici destinati al personale e all'immagazzinamento delle merci. Nel porto cominciarono a rifornirsi in numero sempre maggiore le navi con rotta verso l'occidente ed anche la città si sviluppò rapidamente.

Durante la dominazione bizantina il porto e la città seguirono le sorti di Roma, furono quindi presidio di Bisanzio, fino a quando passarono allo Stato della Chiesa che eseguì nel porto una serie di importanti lavori con nuove fortificazioni, culminate con la costruzione di un forte.

Il progetto, voluto da Papa Giulio II della Rovere, fu commissionato al suo architetto di fiducia Donato Bramante. Alla morte di questo, avvenuta nel 1514, i lavori passarono ad Antonio da Sangallo il Giovane e nel 1535 Papa Paolo III Farnese li affidò a Michelangelo.

La realizzazione del forte viene dalla necessità di mettere in efficiente difesa il porto che, trovandosi spesso sotto la minaccia di pirati con saccheggi, incendi e stragi, doveva essere protetto per assicurare una tranquilla vita ai cittadini.

Oggi il porto di Civitavecchia, sul Mar Tirreno, costituisce un importante terminal per tanti collegamenti marittimi, come con la Sardegna, la Sicilia, Barcellona, Tunisi, Tolone, Malta e la Corsica e, grazie al grande flusso di navi da crociera, è il secondo scalo d’Europa per numero di passeggeri annui in transito.    

Elisa Ignazzi

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