TUSCIA - VITERBO - ( UNONOTIZIE.IT )

Entrando a Birkenau con il treno, era il giugno del 1944, abbiamo visto gli stabilimenti e le ciminiere da cui usciva fumo. Pensavamo ci sono delle fabbriche, andremo a lavorare. Non potevamo immaginare quelle file interminabili di giorno e di notte, fatte di uomini, donne, bambini, che entravano nei forni e ne uscivano attraverso il fumo dei camini”. Piero Terracina aveva 15 anni quando con tutta la sua famiglia – in totale 8 persone – venne prelevato dalle Ss a Roma e internato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Quando il 27 gennaio 1945 arrivarono i sovietici, della famiglia era l’unico ancora vivo. E’ stato lui ad accompagnare i ragazzi delle superiori da mercoledì a sabato scorsi nel viaggio “Memoria per la pace”, organizzato dalla Provincia.

Insieme ai 55 studenti, il presidente Alessandro Mazzoli, l’assessore alla Pubblica istruzione, Aldo Fabbrini, e l’assessore alla Pace, Giuseppe Picchiarelli.   “Quest’anno – commenta Mazzoli – siamo riusciti, grazie al lavoro di Fabbrini e Picchiarelli, a organizzare un viaggio che ha coinvolto più del doppio degli studenti delle due precedenti edizioni e ha potuto acquisire un significato e una forza ancora maggiori grazie alla presenza di Terracina, testimone vero della tragedia che ha sconvolto l’umanità. L’esperienza vissuta è stata estremamente forte, dal punto di vista collettivo e personale. Lo dimostra l’attenzione e la commozione con la quale gli studenti hanno seguito per l’intero viaggio i racconti di Terracina.

Siamo convinti che iniziative come questa vadano ripetute e rafforzate: mantenere viva la memoria vuol dire scongiurare il ritorno alle tragedie del passato, educando giovani consapevoli della storia”.   “E’ stata un’esperienza unica, toccante, piena di emozioni. La testimonianza di Terracina – afferma Picchiarelli – ha reso assolutamente indimenticabile e straordinariamente formativa quest’esperienza per i giovani delle scuole della provincia. E’ stato particolarmente significativo vedere gli occhi dei giovani studenti riempirsi di lacrime mentre Terracina raccontava la sua permanenza ad Auschwitz e la tragica fine della sua famiglia.

Sento il dovere e il desiderio di ringraziare Terracina perché con la sua presenza ha dato a tutti noi la possibilità di un’esperienza unica. Quando tre anni fa ho ideato questo viaggio, nella mia immaginazione c’era proprio un incontro tra la scuola e la storia, per far sì che la Shoah non si ripeta”.   Grande soddisfazione quella espressa da Fabbrini: “Abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte degli studenti, sempre attenti e puntuali in ogni iniziativa del viaggio. Siamo convinti che hanno compreso a fondo il vero scopo del viaggio. La scuola ha risposto bene, anche da parte degli insegnati che hanno manifestato gratitudine alla Provincia e ci hanno incitati a continuare nel progetto, cosa che intendiamo fare, compatibilmente col bilancio.

L’invito che traiamo da questo terzo viaggio è quello di andare avanti per favorire la conoscenza, e quindi la condanna, di un passato da testimoniare alle generazioni future. La memoria deve rimanere”.   Il messaggio più forte lanciato da Terracina: “Se sono qui è per trasmettere la memoria della più grande tragedia della storia. La memoria non è il ricordo che si esaurisce con la persona che ricorda quello che ha vissuto. La memoria entra in ognuno di noi e va trasmessa alle generazioni future perché quello che è accaduto può accadere ancora. Oggi esistono delle minoranze a rischio. Dobbiamo renderci conto e rendere conto agli altri che non esistono razze, etnie, religioni, colore della pelle. Siamo tutti uguali”.  

La Provincia quest’anno ha anche deposto una corona di fiori sul muro delle fucilazioni ad Auschwitz in memoria di tutte le persone morte per mano dei nazisti.   Questi gli istituti partecipanti: liceo scientifico “Paolo Ruffini” di Viterbo; Ipsia di Tuscania; “Santa Rosa da Viterbo”; Ipsia “Fratelli Agosti” di Acquapendente; Isa “Midossi” di Civita Castellana; Isis “Canonica, sezione di Bassano Romano; liceo scientifico “Fabio Besta” di Orte; liceo classico “Mariano Buratti” di Viterbo; istituto “Francesco Orioli” di Viterbo; Itcg “Dalla Chiesa” di Montefiascone; liceo scientifico e classico “Leonardo Da Vinci”, sede di Acquapendente; liceo scientifico “A. Meucci” di Ronciglione; istituto tecnico “Leonardo Da Vinci” di Viterbo; liceo scientifico “Galileo Galilei” di Tuscania; Isis “Colasanti” e liceo classico di Civita Castellana.

 

Uno studente racconta il viaggio al centro della “SHOAH” 

Marzo 2009 : Sembra quasi impossibile pensare che milioni di persone (sopratutto ebrei) siano morti a causa di un ideale di supremazia assoluta...

OGGI SIAMO QUI !!!!

AUSCHWITZ e BIRKENAU.

Sto davanti a quel cancello.... e vedo scritto “ARBEIT MACHT FREI” tradotto “LAVORO RENDE LIBERI”dove l'ho visto solamente sui libri di scuola e provo paura,tensione per quello che potrei vedere la dentro.

Quel cancello che milioni di persone hanno attraversato per andare a “lavorare” ed invece solo distruzione!!!!

entriamo e ci portano subito a visitare dei blocchi 11;21;6;4;5

blocchi divisi in file da due dove la strada centrale porta al muro delle fucilazioni, dove momenti di commozione sono arrivati quando si è posata una corona commemorativa vicino al muro.

E così ci siamo fermati a pensare.....sembra quasi come se tutto si fosse fermato......

il pensiero che sale e quello del silenzio che c'è in quel posto.

Verso la mia destra c'è una stanza chiamata spogliatoio dove prima della fucilazione si spogliavano

e mi immagino quei attimi terribili che potevano provare le persone che finivano davanti a quel muro...

Ho ancora stampato nella testa il cancello con quella scritta “il lavoro rende liberi” che mi fa capire l'assurdità dell' inganno verso i deportati che non erano a conoscenza della gravità della situazione che li circondava...

così continuando il nostro percorso vediamo gli altri blocchi dove dentro ci stanno capelli; occhiali;  cianuro; e molte altre cose che solo a guardarle mi fa chiudere lo stomaco.....

cosi finisce la visita ad AUSCHWITZ....

risaliamo sul pullman per andare a BIRKENAU...,

arrivati davanti alla porta della morte dove entrava il treno con i convogli pieni di deportati …

e anche qua sembra quasi impossibile pensare che milioni di persone siano morti......

dentro il campo attimi di follia che vengono immaginati da tutti noi dentro il campo.

Là in mezzo a noi c'è un omino che di omino ha solo la statura, perché dentro di lui c'è il ricordo più difficile,un ricordo che pochi uomini saprebbero portare sulle spalle e lui oggi e ancora qui dopo 64 anni dal momento in cui entrò nel campo di BIRKENAU.

PIERO TERRACINA persona piena di questo posto!!!!!!!!!!!

a l'età di 15 anni deportato a Birkenau con la famiglia .

A poco da li avrebbe perso tutti.

Lui ci porta nel punto dove lui scese dal treno...e inizia a raccontare mentre noi ci accerchiamo verso lui...”Qui scesi e vidi solo SS pronte ad uccidere con cani e bastoni e pronte per dividerci in due file uomini e donne pronti per vivere o morire questa era la fine di tutti......

giornata di neve, sembra quasi che il caso ci volesse far vivere questa esperienza nel modo più realistico possibile....

temperatura -6 ed è il minimo della temperatura che andavano ad affrontare giorno per giorno i deportati!!!!

sensazioni su sensazioni !!!!!!!!!!!!

ad un certo punto stiamo nel bel mezzo della ferrovia della morte e sembra quasi che nel silenzio si possa sentire il rumore del treno che arriva dentro il campo..

che impressione un ritorno al passato!!!!!!!!!!!!

silenzio assoluto la neve cade in una quantità esagerata, TERRACINA ci si rivolge a noi “ Lo vedete come è cosi è rimasto” Silenzio.....

e dove ci guardavamo intorno c'erano solo ruderi e neve cosi continuiamo a camminare più avanti e mi metto a parlare con l'amico di Terracina che mi dice di raccogliere un pezzo e portarmelo a casa, cosi io cerco sassi, ma alla fine trovo una piastra dove poggiano i binari del treno della morte...

un ricordo da portarmi a casa e sopratutto mi porto dietro un pezzo di storico di memoria dove milioni di persone sono passate con il treno.

Memoria perché vuol  rappresentare non il ricordo ma il portarsi dentro momenti belli o brutti vissuti nella nostra vita comune e da persone che hanno vissuto questo periodo di storia come il sig. TERRACINA …....

 

E uno cosi capisce veramente cosa e stata la SHOAH perché quando si studia sui libri non si ha la vera idea di ciò che può essere stata e soltanto entrando li dentro uno capisce il disagio e la gravita che ha portato, e fidatevi uscendo di li l'unica soluzione e farsi un “esame di coscienza” e smettere di portare rancore verso un’altra persona.....e cercare di migliorare i rapporti interculturali con le altre persone.  

 

Matteo Achilli classe VGA

SCUOLA  ORIOLI (ind. grafica publicitaria)

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