CASTIGLIONE IN TEVERINA - VITERBO (UnoNotizie.it)

 

Venerdì 1° maggio alle ore 11,30 si terrà l’inaugurazione di un’opera permanente di Massimo De Giovanni a Castiglione in Teverina, una sorta di omaggio alla pregiata tradizione vinicola del territorio e al nuovo Museo che intende valorizzare proprio tale peculiarità locale.

 

L’opera, concepita all’interno della programmazione dell’ass. Teatro Null nell’ambito dell’Officina Culturale della Regione Lazio I porti della Teverina, sezione Arte Contemporanea curata da Marco Trulli, costituisce il culmine di un processo di relazione intessuta dall’artista con il territorio, alla ricerca di memorie, storie da comporre in un mosaico fatto di utensili di lavoro, strumenti antichi e moderni per la lavorazione del vino. Una torre obliqua all’ingresso del nuovo Museo del Vino, una scultura che evoca, in modo quasi barocco ed eccessivo, la sedimentazione di relazioni che ha contraddistinto il percorso di relazioni effettuato da Massimo De Giovanni.

 

Un’opera comunitaria, si potrebbe dire, che ha visto l’artista entrare nelle case e nelle cantine dei cittadini, chiedendo loro utensili talvolta preziosi, portatori di storie, di affettività antiche.

De Giovanni così riscopre anche gesti ormai scomparsi nell’attuale modo di concepire le relazioni urbane: il bene collettivo e il dono appartengono ad un senso comunitario reciso nelle civiltà contemporanee.

 

Il percorso instaurato da Massimo De Giovanni riscopre una delle prime grandi operazioni relazionali realizzate nella storia dell’arte contemporanea: Legarsi alla montagna di Maria Lai. Come nel 1982, infatti, ad Ulassaj, piccolo centro sardo, l’artista invitò il paese a legare le proprie case le une con le altre con 26 chilometri di nastro celeste per poi ricongiungere il nastro al monte Gennargentu, in nome di un’antica fiaba, De Giovanni evoca una dimensione collettiva e plurale dell’essere cittadino, perdi più esaltando il legame vitale dell’uomo alla terra. Il progetto ideato da Massimo de Giovanni si è svolto in un percorso di raccolta di materiali, strumenti e memorie artigiane che sono state assemblate in una colonna alta circa 3 metri.

 

La colonna, che si sviluppa in direzione obliqua, è percorsa da un tubo trasparente all’interno del quale circola un fluido rosso: il sangue, il vino, il sacrificio e il destino della terra agricola. Il fluido è attivato da un sensore non appena un passante si avvicina all’opera. L’opera nasce dalle storie comuni e ogni volta rivive attraverso la presenza dell’osservatore. La proprietà dei materiali utilizzati, il loro percorso, sarà restituito in una piccola pubblicazione,una sorta di quaderno di appunti dell’artista. L’opera sarà installata nel centro storico, Largo della Teverina, di Castiglione in Teverina. L’opera è stata realizzata con il contributo della Regione Lazio e del Comune di Castiglione in Teverina. Presentano l’opera, oltre all’artista, il curatore della sezione Arte Marco Trulli e Gianni Abbate direttore artistico de “I porti della Teverina”.

 

 

Curriculum dell’artista Massimo De Giovanni

 

Il percorso artistico di De Giovanni, nato in Svizzera da genitori pugliesi, è variegato ed eterogeneo. Spazia dall’arte figurativa alle rispettose istallazioni in ambienti naturali, passando per la pop-art e il riciclaggio risignificante di rimando dadaista. L’apparente semplicità delle opere di Massimo De Giovanni nascondono uno studio attento ai materiali utilizzati ed un concettualismo rispettoso dei soggetti rappresentati.

Nel 2008 Massimo De Giovanni, oltre ad aver realizzato il premio Pipolo, è stato ospite di due importanti eventi: il progetto Artemisia presso l’Opera Bosco di Calcata ed il giardino La Serpara di Paul Wiedmer, a Civitella d’Agliano. Per quest’ultimo, con la preziosa collaborazione di Leila Grani, ha realizzato 40 mulini di un metro d’altezza ciascuno che, immersi nel torrente per tutta la lunghezza di attraversamento del giardino, diffondevano una lieve e suggestiva melodia. I mulini, realizzati quasi interamente con il bambù, si adattano perfettamente all’ambiente che li ospita, lasciando la sensazione al visitatore che si trovino lì da sempre. Questa, infatti, è un’altra caratteristica di Massimo De Giovanni, l’assoluto rispetto per gli ambienti in cui la sua arte si insedia. In essi le sue opere si aprono ad un dialogo fatto di interazioni e silenzi, al quale lo spettatore è invitato a partecipare. Massimo De Giovanni e Leila Grani sono stati invitati al Forrest Art 2008 di Darmstadt, in Germania.

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