TOLENTINO - MACERATA (UnoNotizie.it)
 
Lo scorso mese di maggio abbiamo assistito impotenti alla demolizione totale della vecchia Osteria del Chienti a Pollenza Scalo, un edificio risalente al 1500, testimone attivo della battaglia di Tolentino del 2 e 3 maggio 1815, considerata da vari storici come la Prima Battaglia per l'Indipendenza Italiana; nonostante  già dal marzo dello scorso anno l’Associazione Tolentino 815 avesse segnalato la demolizione di buona parte dell’edificio.

Intorno a questa vicenda si stanno coagulando associazioni e privati che hanno a cuore la conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio immobiliare, architettonico e storico legato agli avvenimenti. Ci si chiede come sia possibile che l’Amministrazione Comunale di Pollenza abbia potuto permettere un tale scempio? Perché è stata approvata una variante al Piano Regolatore, in cui l’edificio prima veniva classificato “monumentale”? E la  Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche perché non è intervenuta, a seguito della segnalazione scritta ricevuta da un privato il 14 aprile 2008? Il comitato spontaneo sta valutando se presentare una denuncia formale alle autorità competenti, per chiarire questi ispiegabili quesiti.

Ma il problema investe diversi altri luoghi legati alla battaglia di Tolentino; in particolare l’Associazione ha segnalato lo stato di degrado avanzato nel quale versano edifici come il casale Benadduci (nella foto) in c.da Salcito (ospedale da campo degli austriaci) e il Monumento ossario in c.da Rotondo a Tolentino, e la casa Sileoni/Tesei in c.da Cantagallo (Murat vi dirigeva le operazioni) a Pollenza.
Da oltre tre anni – dichiara Paolo Scisciani, presidente dell’Associazione Tolentino 815 -  abbiamo sollecitato gli enti locali per l’apposizione di un vincolo storico / paesaggistico / territoriale, previa richiesta alla competente Soprintendenza regionale, purtroppo senza risultato; proprio per evitare nuove demolizioni, esortiamo tutti ad una maggiore attenzione che garantisca la conservazione dei vecchi edifici, testimoni degli scontri bellici del 1815.
Gli strumenti urbanistici, dei quali le Amministrazioni Comunali sono tenute a dotarsi, dovrebbero attentamente censire e tutelare attraverso apposite normative tutte le costruzioni del nostro passato anche recente e prescrivere la loro conservazione a prescindere dal valore storico dei manufatti.

Questo purtroppo non sempre avviene, anzi, spesso non c'è sufficiente attenzione con il risultato  di ottenere frequenti “demolizioni legalizzate” al posto di adeguati recuperi.
L'attuale legislazione in materia di conservazione del patrimonio edilizio storico sottopone solo gli edifici pubblici, dopo soli 50 anni dalla loro costruzione, alla tutela della competente Soprintendenza ai Beni Architettonici; la quale controlla la  qualità degli interventi attraverso la visione dei progetti ed il relativo rilascio delle autorizzazioni e può anche obbligare l'ente pubblico inadempiente alla manutenzione e quindi alla conservazione dei propri edifici storici.
Questo però non accade per gli edifici privati, a meno che non sia il proprietario a inoltrare specifica domanda di tutela e godere dei vantaggi derivanti (contributi fino al 50% sulle spese di restauro, abbattimento o riduzione di tasse, ecc.), pertanto la conservazione del patrimonio edilizio storico privato può essere tutelata soltanto dagli strumenti urbanistici comunali.

Dopo decenni di dibattiti e leggi sul recupero del patrimonio edilizio storico, non è concepibile assistere ancora oggi all'abbandono e successivo graduale degrado fino alla perdita definitiva di veri “pezzi storici” del nostro territorio.
Una soluzione al problema potrebbe essere l’istituzione del “Parco Storico regionale delle battaglie di Tolentino e Castelfidardo”, che si sta concretizzando con la prossima discussione presso la Commissione Cultura della Regione Marche di due Proposte di Legge regionale sull’argomento, presentate dal vicepresidente  Francesco Comi e dal consigliere Francesco Massi; un unico contenitore culturale ed economico per unire i territori dove si svolsero le due battaglie, che segnano l'inizio e la fine del percorso unitario risorgimentale nelle Marche e in Italia.

 

- Uno Notizie Marche Macerata -

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