MONTEFIASCONE - VITERBO (UnoNotizie.it)
Apertura in grande stile quella di Est Film Festival 2009. Acclamato da un pubblico in trepidazione, l’ospite d’onore Carlo Verdone ha aperto la terza edizione della kermesse cinematografica nelle sale della splendida Rocca dei Papi di Montefiascone. Il regista romano, nonostante avesse annunciato di non voler rilasciare interviste a causa della recente scomparsa del padre, si è intrattenuto nella sala stampa con i giornalisti presenti. Noi di UnoNotizie abbiamo avuto così l’inatteso privilegio di conversare con lui in modo informale, scoprendo una persona umile, disponibile, di grande simpatia e profonda umanità.
Carlo ha confessato di essere rimasto affascinato dalla bellezza della location del colle falisco, che non conosceva malgrado fosse già venuto al lago di Bolsena per girare uno dei suoi primi film sull’isola Bisentina. Ci ha svelato in anteprima il curioso aneddoto che lo ha portato a conoscere i giovani organizzatori del festival, Vaniel Maestosi e Riccardo Rizzo, in seguito ad una loro durissima recensione di “Grande, Grosso e Verdone”. Il momento clou della cerimonia di apertura è stata la consegna all’attore del Premio Speciale Arco alla Carriera che lui ha voluto dedicare al pubblico in quanto motore indiscusso dei suoi successi.
“Non è un caso - ha affermato la direzione artistica - che questo riconoscimento arrivi dopo “Grande, grosso e Verdone”, un’opera nella quale è il regista in primis a porre al centro dell’attenzione la propria carriera, replicando la struttura dei suoi primi film e mettendo a confronto i suoi personaggi di maggior successo (“Un sacco bello”, “Bianco, rosso e Verdone”, “Viaggi di nozze”) con una nuova realtà che stavolta difficilmente possono prendere con leggerezza”. Infatti la poetica del regista, che aveva per molti anni costruito storie fortemente personalizzate, segnate da una innata verve comica capace di legare alla realtà i suoi originali personaggi, ad un certo punto mostra un cambiamento di tendenza. I film si fanno più riflessivi ed un’amarezza di fondo comincia ad affiancarsi all’abituale ironia, secondo una naturale evoluzione artistica.
Quella di Carlo Verdone è una trentennale carriera costellata di continui successi di pubblico e critica, abbinamento assai raro che lo ha reso un cineasta italiano universale, l’unico riuscito nel faticoso intento di mettere d’accordo tutti. “La natura mi ha dato il dono di capire le persone. Sono curioso del mondo che mi circonda, mi piace cogliere i dettagli e fermare nel tempo i volti della Roma popolare. Nel mio cinema metto umanità e verità. Vivo dei racconti e degli umori della gente perciò mi definisco un pedinatore degli italiani”.
E il cinema di Verdone è umano non solo perché descrive efficacemente spaccati di società, ma anche perché ha contribuito a scoprire straordinari caratteristi, dalla Sora Lella a Mario Brega, e a lanciare diverse star, da Asia Argento a Claudia Gerini. “Ho cercato di far risaltare le loro qualità. Vorrei essere ricordato come il regista che amava le sue attrici”. Facendo ricorso ad imitazioni e gag esilaranti, Carlo ha inoltre ricordato la figura di Alberto Sordi, e, con grande emozione, il suo ultimo lavoro “Io, loro e Lara”, interpretato insieme a Laura Chiatti e dedicato al padre venuto a mancare durante le riprese. Verdone è stato ospite anche nella serata di ieri per ripercorrere insieme agli spettatori di Piazzale Frigo la sua fortunata carriera, attraverso immagini e sketch tratti dalla sua filmografia.
Elisa Ignazzi
- Uno Notizie Montefiascone Viterbo -
Commenti |
||
nessun commento... |