“Soratte l’isola dello Spirito” si chiamava la manifestazione che qualche anno fa cercai di realizzare a Sant’Oreste  e non ci riuscii. Il programma era lo stesso della manifestazione in corso “In vista del Soratte”, ma ero da solo e  mancava l’energia coagulante di Laura Lucibello, l’aiuto di Franco Zozi, la dedizione alla causa  elargita da William dell’associazione Avventura Soratte e la presenza di tutti gli artisti,  persone comuni ed amministratori, che a vario livello hanno contribuito a realizzare l’evento. Quest’anno possiamo dire che l’iniziativa è partita e con i migliori auspici.
 
E non solo a Sant’Oreste, il 19 settembre,  l’incontro  è stato proficuo ma anche nella passeggiata meditativa tenuta in apertura dell’evento a Calcata, il 18 settembre,  e pure  nella visita a Poggio Mirteto,  del 20 settembre, che è il luogo della Sabina scelto per rappresentare simbolicamente la Madre, come Soratte è il padre. Infatti nel voler coniugare la valle del Tevere al Monte Soratte  c’era anche la simbologia dell’unione fra il maschile ed il femminile, fra la luce e le tenebre, fra lo Yang e lo Yin.
 
Che la Sabina fosse la sede  dell’adorazione della Dea Vacuna, la Grande Madre,  in tutte le sue forme al femminile, non è una novità… resti di tale venerazione sono ancora presenti  nei luoghi a lei dedicati. Il prof. Gianfranco Trovato, studioso del posto, mi ha raccontato dei riti magici che venivano compiuti nella profondità delle  grotte consacrate alla Dea, questo sino ad anni recenti, e poi mi ha confermato dell'adorazione congiunta compiuta  tra  Vacuna e Surya.  Tracce dell’adorazione di Vacuna o delle forme femminili della Dea sono state trovate anche in varie ville romane di Poggio Mirteto. “La villa detta dei Bagni di Lucilla fu oggetto di successivi scavi che portarono al rinvenimento di una statuetta di Diana Efesina. Controversa e misteriosa è l’attribuzione della provenienza da questa villa del mosaico riproducente Diana Efesina che  mostra la Dea, corrispondente ad Artemide della città di Efeso, incoronata  esibente  numerose e turgide  mammelle, eretta al centro di una ghirlanda di lauro e circondata da vegetali e volatili allegorici. (tratto dal libro di Gianfranco Trovato). 
 
Il culto del Sole, Surya in sanscrito, era invece molto vivo nella Tuscia, soprattutto nell’Agro Falisco, basti pensare al nome del Soratte stesso, ma anche Sutri, Sorano, etc. quindi è ragionevole ritenere che il tempio di Apollo, che insisteva sul cucuzzolo del Soratte, ove oggi c’è un eremo cristiano,  fosse il simbolo solare “maschile” per antonomasia, data anche la luminosità del bianco calcareo e del suo  solitario ergersi nella valle. 
 
Tra l’altro –una curiosità narrata da Franco Zozi- il tempio di Apollo funse da prima “banca” dell’antichità, infatti i devoti che andavano a visitarlo in religioso pellegrinaggio non solo vi offrivano in dono oro ed argento ma lasciavano anche depositi di tali metalli preziosi in custodia ai sacerdoti per un successivo uso personale. Una specie di cassetta di sicurezza antesignana protetta direttamente dal Dio  simbolo solare e quindi delle ricchezze.
 
Il 27 settembre 2009 la manifestazione In Vista del Soratte si conclude a Sant’Oreste con una passeggiata sul luogo ove si ergeva questo tempio. Ad accompagnare i viandanti saranno  le giovani guide dell’associazione Avventura Soratte, ecco cosa scrive il responsabile William: “Anfitrioni alla passeggiata/pellegrinaggio saranno due ragazzi della nostra associazione, che vi supporteranno sui sentieri naturalistici e faranno accoglienza, assieme a qualche altro giovane, presso l'eremo di San Silvestro, sulla vetta. Pietro e Danilo, questi i loro nomi, nonostante l'età sono molto intraprendenti: sono convinto che saranno all'altezza della situazione. Ho dato loro tutte le informazioni necessarie. Partenza ore 10.30 davanti al Palazzo Caccia-Canali di Sant’Oreste”.
 
Per finire,  dopo un picnic sulla cima del monte, si tornerà al Palazzo Canali Caccia dove è prevista una  Tavola Rotonda  sul sistema del libero scambio e sull’economia degli antichi  Falisci, Sabini ed Etruschi ed una festicciola di saluto e commiato in chiusura della mostra, rimandando l’appuntamento al  prossimo anno.    
 
Un particolare ringraziamento all’Amministrazione di Sant’Oreste per la calda ospitalità riservataci (e speriamo che il vigile urbano che la settimana scorsa ci ha fatto la multa, mentre montavamo la mostra,  ci perdoni…).
 
Paolo D’Arpini
 
- Uno Notizie Sant'Oreste  -

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