Parma, UnoNotizie.it
- Inquinamento atmosferico, riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci e innalzamento dei mari, crisi
idrica e desertificazione, perdita di biodiversità, esodi ambientali, picco del petrolio e dei minerali, crisi energetica, crisi alimentare, smaltimento dei rifiuti tossici, sprawl urbano.

Difficile elencare uno per uno tutti
i problemi e le sfide ambientali che oggi si profilano davanti a noi.
La civiltà moderna che credeva – grazie alla scienza, alla tecnologia e ad un’enorme performance produttiva - di rendersi sempre più indipendente dalla natura, riscopre infine nella maniera più drammatica la propria inestirpabile dipendenza dall’ambiente.

Il sogno della vittoria sulla natura si è trasformato
nell’incubo di riscoprirsi vittime di processi ingovernabili e potenzialmente catastrofici.
Da un altro punto di vista abbiamo conflitti per le risorse, rivolte per il cibo, movimenti contro la privatizzazione dei beni comuni, per la difesa dei saperi indigeni, delle culture locali, dei territori e delle foreste, lotte per la giustizia ambientale, climatica, energetica, per la sovranità alimentare, opposizione alle grandi opere, rivendicazione dei diritti dei migranti, reti di consumo critico e solidale, movimenti per la decrescita, gruppi che promuovo l’autoproduzione o il riciclo, interi pezzi di società che si autorganizzano per sperimentare nuovi stili di vita più equi e sostenibili.

Insomma il modello di benessere fondato sulla crescita e sullo sviluppo si trova a fare i conti con limiti ambientali, sociali, politici e culturali. La crisi economica si intreccia con quella ecologica ed entrambe con quella politica fino a comporre insieme quella che è stata chiamata una “crisi di civilizzazione”.
Eppure di fronte a tutto questo non solo i decisori globali e locali ma anche la riflessione politica sembrano essere in grave ritardo. La tradizione democratica ha semplicemente dato per scontato una natura generosa, un progresso e una crescita infinita.

Istituzioni, valori, tempi e processi politici
hanno incorporato questa visione del mondo e questa è probabilmente una delle ragioni per cui la democrazia non sembra all’altezza dei problemi del nostro tempo. Occorre dunque ripensare le sfide del nostro tempo – decrescita, sostenibilità e giustizia socioambientale – insieme ai soggetti e alle istituzioni che le devono affrontare, con il coraggio di discutere i limiti, i lati oscuri e le opportunità di trasformazione della tradizione democratica.

Il convegno si inserisce nell’ambito di “Kuminda – Il diritto al cibo. Festival del cibo equo e sostenibile” e si propone di riprendere e sviluppare le tematiche emerse nel convegno di Parma dell’ottobre 2009 “Crisi economica, crisi ecologica, crisi alimentare Passaggi di civiltà...” e nella Second conference on Economic Degrowth. For ecological Sustainability an Social Equity svoltasi presso l’Università di Barcellona nel marzo 2010.

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