COLLETTIVA A PALAZZO D’AMICO/ Quattro artisti locali espongono le loro opere più belle. - Un’interessante esposizione collettiva è stata presentata al palazzo della cultura milazzese ad opera di quattro artisti locali. Organizzata dall’associazione «FilicusArte », l’evento, presentato dal poeta Carmelo Coppolino Billé, avrebbe dovuto prevedere nel protocollo il saluto dell’Assessore ai Beni Culturali prof. Stefania Scolaro, ma dato il suo forfait all’ultimo minuto, non vi è stata la presenza in sostituzione di alcun rappresentante l’amministrazione mamertina.
Nell’aprire i lavori, il prof. Giuseppe Anania si è definito fruitore dell’arte, cercando di cogliere l’intento degli autori. Per lui una mostra artistica dovrebbe annoverare anche un pubblico giovanile, ma se essi sono lontani dalle pinacoteche e dai musei, la società non ha futuro. Nella mostra in questione gli artisti Maria Di Maio, Maria Teresa Giunta, Domenica Luisa Tomarchio e Nino Vario pongono in essere tutto il linguaggio cromatico e la vivacità espressiva meritando scenari più ampi. Essi, nell’atto di dipingere qualsiasi scenario, tracciano segni e colori in un rapporto sorprendente, che rappresenta un segno della natura fotografato nel suo attimo fuggente. L’arte deve avere un presupposto conoscitivo costituito dal linguaggio dei colori e dei segni, che permettono all’osservatore di cogliere l’opera nella sua interezza.
Osservando le raffigurazioni ed intervistando i protagonisti, emerge in Nino Vario un’evoluzione che lo ha indotto ad abbracciare l’astrattismo geometrico puro, partendo dalla figurazione contemporanea fino alla rappresentazione in punti: egli, infatti, rappresenta ombre, figurazioni e sovrapposizioni in un’idea dello spazio scomposto in piani ed incentrando lo studio sugli scarabei, simbolo della potenza araba. Nei suoi quadri emerge il senso del pessimismo che lo ha pervaso in particolari momenti della sua esistenza.
Maria Di Maio pone in risalto i colori blu e verde, simbolo della natura e del creato, infondendole uno stato di benessere e di serenità. I paesaggi sono milazzesi, luogo nel quale vive ed a quali ella è particolarmente affezionata, realizzando una simbiosi artistica che le tributa vitalità.
Luisa Tomarchio nelle sue opere caratterizzate da presepi ed immagini sacre esprime un profondo senso di religiosità in antitesi ad una società sempre più impregnata di secolarismo.
Maria Teresa Giunta fa emergere un’energia rasserenatrice permeante nelle sue creazioni rallegrate da toni, che rispecchiano l’indole di positività e di ottimistica lungimiranza. In quasi tutte le sue produzioni si rileva una prevalente presenza del cielo inteso come sinonimo di libertà in una visione empedoclea dell’esistere ed inteso come un luogo che va oltre i limiti umani, ma che al tempo stesso rappresenta la voglia di scardinare le barriere dell’io. I paesaggi idealizzati di Milazzo e delle Eolie suscitano un’atmosfera elegiaca, una Eden in terra, spingendo l’osservatore ad invaghirsi degli scenari ancora incontaminati ed a recuperare gli antichi valori, che la nostra epoca sta distruggendo sotto i colpi di un’inesorabile appiattimento delle coscienze.
Foti Rodrigo