Dal giorno in cui i sindaci del comprensorio interessato alla riconversione a carbone di Civitavecchia hanno preso parte al tavolo di trattativa organizzato dalla Regione Lazio sul tema delle compensazioni in denaro da parte di Enel S.P.A., hanno smesso di preoccuparsi dei problemi che riguardano lo stato sanitario e ambientale della propria terra. Ci chiediamo dove siano finiti i sindaci che hanno firmato l’accordo presso la Regione Lazio: dietro tante parole vuote, come “monitoraggio” e “tutela”, hanno abbandonato ogni forma di contrasto all’inquinamento attuale e futuro del territorio, mentre in Europa e nel mondo si afferma sempre di più la coscienza ambientale e la ricerca responsabile di strumenti per ridurre l’uso dei combustibili fossili come  il carbone sporco. E che dire poi degli ultimi  fatti gravi che sono emersi, come quello del “Piano di risanamento dell’aria della Regione Lazio” e del mancato rispetto della legge sull’A.I.A.?   Il 14 Agosto 2008 la Regione Lazio ha pubblicato “il Piano Regionale di risanamento della Qualità dell’aria”, uno strumento utile ad analizzare e risolvere i problemi legati all’inquinamento dell’aria  nei luoghi dove ci sono fonti inquinanti pericolose per la salute e l’ambiente.  Il fatto incredibile,  ma vero,  è che in questo piano la Regione Lazio non tiene in considerazione la grave situazione atmosferica e sanitaria di Civitavecchia. Incredibile, ma vero, è che nessun sindaco del comprensorio inquinato presenta le dovute osservazioni sul mancato controllo e monitoraggio.  Le uniche osservazioni pervenute alla Regione Lazio le hanno inviate i cittadini. Inoltre Enel S.P.A. consegna la documentazione per la procedura A.I.A (visibile sul sito www.minambiente.it ) e invece di portare le integrazioni dovute per legge e per la tutela del territorio, smarca le sue responsabilità circa la scelta del carbone sporco e cancella del tutto l’impegno sulla riduzione del 30% dell’abbattimento delle emissioni.
Incredibile, ma vero: i sindaci non presentano nessuna osservazione, né chiedono il rispetto del contratto stipulato con Enel, dove l’impegno di riduzione del 30% è stato sottoscritto proprio come fosse una forma di tutela.
Intanto arriva la prima nave carboniera, scarica il carbone sporco a cielo aperto e nessun sindaco chiede il rispetto della legge.  I primi cittadini  di Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella per quale motivo non tutelano la salute del proprio territorio ? Non crediamo che non abbiano letto e che non conoscano  la gravità di quanto sta accadendo.  E’ incredibile la colpevole omertà dei loro silenzi o hanno le mani troppo appiccicate al contratto con Enel S.P.A.? Il silenzio è d’oro. Eppure questi sindaci ce li ricordiamo tutti in piazza con le bandiere del no al carbone. Poi, quando l’odore dei soldi si è fatto sentire l’unico linguaggio comune è stato quello più conveniente verso l’azienda elettrica: hanno spiegato che non si può fermare la centrale ma che si deve controllare che tutte le fasi siano effettuate nella massima legalità ed il rispetto della salute dei cittadini. Ricordiamo  ai sindaci che tutelare questo territorio significa  anche controllare che le società elettriche siano rispettose della legge, come tutti dobbiamo esserlo!
Cari  sindaci, come dice un vecchio proverbio “il buon giorno si vede dal mattino” : noi vediamo che la promessa delle compensazioni sta già producendo vuoti di memoria e una certa connivenza con l'elargitore dei denari e dei danni.

Movimento no coke Alto Lazio
www.nocoketarquinia.splinder.com
nocoketarquinia@yahoo.it

 

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