VITORCHIANO - VITERBO (UnoNotizie.it)

Sul nostro pianeta esistono luoghi misteriosi, pieni di storia, magia e verità sepolte che nascondono vicende e personaggi straordinari, spesso ignorati. Pochi sanno infatti che in Italia, a novanta chilometri da Roma, nel paese di Vitorchiano, in provincia di Viterbo e originariamente abitato dagli Etruschi, si cela un insolito e stupefacente mistero: un Moai, l’unico fuori dall’Isola di Pasqua esistente al mondo. Appartenente al Cile, sperduta nell'Oceano Pacifico, l’isola fu scoperta nel 1686, ma solo nel giorno di Pasqua del 1722 l'ammiraglio olandese Jacob Roggeveen, ebbe il coraggio di sfidare i bellicosi indigeni con un'esplorazione vera e propria.

Il territorio dell’isola è noto perchè costellato da oltre 600 colossali teste di pietra, chiamate dagli abitanti locali “Moai”, che fanno di questo piccolo lembo di terra un luogo unico ed uno dei più famosi al mondo in materia di enigmi. La trasmissione televisiva di RAI DUE Voyager, condotta da Roberto Giacobbo, ha dedicato diverse puntate a queste ormai leggendarie sculture che rappresentano la chiave e, nello stesso tempo, il cuore del mistero che avvolge l’isola. I Moai sono statue monolitiche di pietra vulcanica, tutte caratterizzate da uno stesso modello riprodotto ossessivamente: labbra serrate, mento alto, naso affilato, occhi infossati; certi sono adorni di uno strano copricapo quadrato raffigurante una speciale acconciatura.

La maggior parte di essi giacciono incompiuti nelle cave o abbandonati lungo strade, come se gli scultori fossero scappati all’improvviso abbandonando in fretta il proprio lavoro. Alcuni Moai sono isolati e distesi a terra, mentre quelli ancora in piedi, nella loro posizione originaria, a volte formano file in cui se ne contano fino a 15. Dritti come una schiera di sentinelle di pietra a guardia del territorio, rivolgono tutti le spalle al mare e guardano verso l'interno dell'isola, con un profilo severo e uno sguardo impassibile diretto verso un punto impreciso dell'orizzonte. Non tutti i Moai hanno le stesse dimensioni, la loro altezza varia da 90 centimetri a 20 metri. Ma chi li ha realizzati?

Perché? Quale tecnica è stata usata e come sono stati trasportati questi colossi che pesano tonnellate? Negli anni per dare risposta a tali enigmi sono fiorite ipotesi di ogni genere, alcune veramente fantasiose. Del Moai di Vitorchiano, invece, sappiamo di più: chi lo ha realizzato, come e quando. E’stato scolpito nel 1990 da una famiglia di undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione RAI Alla ricerca dell’Arca di Mino D’Amato a sigillare uno dei più fantastici programmi di gemellaggio culturale. Poiché gli originali Moai si stavano deteriorando, la televisione di stato si adoperò per scovare una pietra vulcanica, simile a quella presente nell’Isola di Pasqua, per poterne costruire uno nuovo. Così si arrivò a Vitorchiano, borgo arroccato su una scoscesa rupe di peperino determinata dalle antiche eruzioni del vulcano Cimino.

Il paese è noto a livello internazionale per le attività legate all’estrazione e alla lavorazione di questa pietra lavica, tipica della zona dell’Alto Lazio, che dalla Tuscia viene esportata fino in Canada, Giappone e Medio Oriente. Il Moai prese forma da un monumentale blocco di peperino, del peso di trenta tonnellate, che i Maori scolpirono servendosi di asce e pietre taglienti. La realizzazione della statua, evento storico trasmesso in diretta su rete nazionale, prese la forma di un vero e proprio rito celebrato dagli indigeni con danze mentre il blocco di peperino a poco a poco prendeva forma. Il Moai venne collocato nella piazza Umberto I di Vitorchiano e da qui ancora oggi sorveglia imperturbabile tutto e tutti. Nel 2007 venne momentaneamente prelevato e trasportato in Sardegna per essere esposto nel Museo Naturalistico del Territorio in una mostra tematica dedicata al vasto panorama di usi e costumi delle antiche civiltà che abitarono le aree andine del Cile, la Patagonia, la Terra del Fuoco e l’Isola di Pasqua. Subito dopo la mostra il Moai è tornato nella Tuscia. Se vi trovate in questo sorprendente territorio, o se avete in mente una gita turistica nel Lazio, venite a conoscerlo. Del resto i suoi simili non si trovano proprio dietro l’angolo!

Elisa Ignazzi

- Uno Notizie Viterbo -

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