VITERBO (UnoNotizie.it)

Si chiama come la brezza delle coste occidentali, Libeccio, il protagonista dell’ultimo libro di Folco Quilici, l’uomo che al mare ha dedicato una vita intera. E che il mondo lo ha girato da nord a sud, da est a ovest, e lo ha raccontato con la passione e l’ardore di un viaggiatore senza bagaglio.

Ambientato nel XIX secolo, “Libeccio” - libro che Quilici racconterà domani a Caffeina, nel cortile di Palazzo San Carluccio - narra le vicende di tre giovani anarchici che, insofferenti alle leggi, lasciano l’Italia nell’illusione di approdare in terre lontane e selvagge sognando fortuna e libertà. E’ dopo la partenza che i tre cancellano il loro nome e si battezzano come i venti più impetuosi: Libeccio, Grecale e Maestrale. Cucendosi addosso quella libertà del vento che cercano disperatamente in qualche parte del globo sconosciuto. Trovano ostacoli, emozioni, turbolenze, realtà sconosciute, conoscono la paura.

Libeccio è l’unico che non si lascerà mai abbattere, deludere, vincere. Neppure una donna ammaliatrice riuscirà a saziare la sua sete di libertà e a farlo voltare indietro: continuerà nella sua ricerca, che avrà i colori e i sapori del grande nord.
Figlio del giornalista Nello e della pittrice Emma Buzzacchi, dopo aver iniziato un’attività cineamatoriale, si è specializzato in riprese sottomarine, diventando popolare anche al di fuori dei confini nazionali.

Il suo primo lungometraggio è stato “Sesto continente” del 1954, ricco di suggestive immagini subacquee dedicate ai mari australi. In seguito ha alternato la documentaristica cinematografica con l’attività giornalistica; nel 2006, grazie ai suoi film e ai suoi libri sull’ambiente e le culture, la rivista Forbes lo ha inserito tra le cento firme piú influenti del mondo. Nel settembre 2008 gli è stata consegnata dal ministro della Cultura “La navicella d’oro”, premio conferitogli dalla Società Geografica Italiana con la seguente motivazione: “Folco Quilici, in oltre mezzo secolo di costante attività professionale in ogni luogo del pianeta, ha configurato un personale modello di cineasta-viaggiatore capace di esplorare e testimoniare con persuasivo rigore e poeticità i territori della cultura geografica, storica e artistica della società umana del passato e del presente, pervenendo a risultati stilistico-espressivi di notevolissimo valore e di ampia valenza comunicativa”.

Un’altra notte di creatività, dove il gusto della Caffeina avrà un dolce sapore di libertà.

- Uno Notizie Viterbo -

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