Dalle pagine di un noto giornale francese l'ex-presidente della commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, analizza la presenza dell’organizzazione criminale calabrese sul territorio svizzero.

Le Temps: A quando risale l’arrivo dei clan calabresi in Svizzera?

Francesco Forgione: La ‘Ndrangheta si è installata un po’ ovunque nel mondo, seguendo i flussi migratori italiani. I clan calabresi sono arrivati in alcune regioni della Svizzera sin dalla fine degli anni 1950. Ma questa presenza si è fortemente affermata nel corso degli ultimi anni per questa organizzazione criminale, che è diventata estremamente potente e che vede nella Svizzera un terreno privilegiato per il riciclaggio del denaro sporco. Nonostante ciò, a differenza della mafia siciliana o ancora della Camorra napoletana, la ‘Ndrangheta ha dato il via ad un vero e proprio processo di colonizzazione, impiantando delle ‘ndrine (ovvero delle famiglie) sul territorio svizzero, cioè delle vere e proprie teste di ponte dell’organizzazione.

Le Temps: Quali sono le attività di queste ‘ndrine in Svizzera?

Forgione: Al di là del traffico d’armi o di stupefacenti, queste [le ‘ndrine] hanno creato delle società finanziarie, delle reti commerciali e hanno comprato dei ristoranti. La presenza della ‘Ndrangheta si fa sentire nei settori immobiliare, turistico, alberghiero. Le famiglie di Rosarno si sono radicate a Lugano. Quelle di Reggio Calabria sono ben installate a Zurigo. È difficile enumerarle, ma non si tratta solo di qualche individuo isolato/qualche caso isolato. Possono soprattutto contare sulla complicità di cittadini elvetici che fungono da intermediari o da prestanome, in particolare nel settore finanziario.

Le Temps: Recenti arresti hanno dimostrato che la ‘Ndrangheta era solidamente installata in Lombardia e costringeva certi imprenditori locali a pagare il pizzo…

Forgione: In Svizzera, il pizzo è richiesto solo a certi imprenditori o commercianti italiani che conoscono la cultura dell’omertà. Se la ‘Ndrangheta si è installata massicciamente in Lombardia e tenendo sotto controllo una parte del territorio, è perché si tratta della regione più ricca della penisola, ma anche a causa della vicinanza della Svizzera, che gioca il ruolo di luogo di riciclaggio preferito.

Le Temps: Il massacro di Duisburg nel 2007 (che ha causato sei morti) ha permesso di prendere conscienza del pericolo della ‘Ndrangheta all’estero?

Forgione: Il massacro di Duisburg ha squarciato un velo d’ipocrisia. All’estero si faceva finta di non sapere da dove provenivano certi capitali. C’è ormai una presa di coscienza, in particolare nell’opinione pubblica ma bisogna andare più lontano nella cooperazione internazionale.


Articolo di Giustizia, pubblicato venerdì 6 agosto 2010 in Svizzera.

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