“La stagione venatoria nella Tuscia si è aperta senza incidenti”. Così l’assessore competente, Mario Trapè, che spiega le modalità che regolano l’esercizio venatorio avviato domenica 21 settembre e traccia un primo bilancio.
“La stagione venatoria ordinaria – dice Trapè – terminerà il 31 gennaio 2009, con esclusione della specie starna e con la chiusura anticipata al 31 dicembre del fagiano. Queste disposizioni non valgono per le aziende venatorie che riportano tali specie nell’indirizzo faunistico”.
L’assessore prende atto delle scelte operate dalla Regione, che ha privilegiato una politica di prudente apertura della caccia alle specie che tecnicamente possono sostenere l’impatto con una attività venatoria conservativa, secondo quanto consigliato dall’Istituto nazionale della fauna selvatica di Bologna e che avevano visti consenzienti anche le associazioni venatorie, rendendo dunque vani i ricorsi alla magistratura amministrativa da parte degli animalisti che nella stagione 2004 avevano bloccato la preapertura.
I cacciatori viterbesi in totale sono 8.500, mentre in totale nel Lazio arrivano a 18 mila. “Nelle giornate di preapertura, cioè il 1° e il 7 settembre – spiega Trapè – considerata la limitata disponibilità di caccia, possibile solo per tortora, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia, la presenza sul territorio è stata molto ridotta e limitata alle aree coltivate a girasole”. Per la preapertura, circa mille i cacciatori presenti nel Viterbese. “Anche perché – aggiunge – non è stato possibile cacciare nelle Zps, che rappresentano una area estesa nel sud della provincia nei territori di Tarquinia, Monteromano, Blera e Oriolo Romano.
“Anche le giornate di apertura oridinaria – racconta Trapè - sono state in parte inferiori alle attese per quanto riguarda il numero di cacciatori. A mancare, soprattutto gli umbri, che sono soliti cacciare la migratoria, che però inizia il passo solo a metà ottobre. Quindi i cacciatori in trasferta arriveranno nelle prossime settimane”.
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