Lazio, ultime news Viterbo - UnoNotizie.it - Il giornalista, opinionista e scrittore viterbese Eraldo Delle Monache si è spento lunedì pomeriggio nella sua abitazione, dove era rientrato dopo un ricovero all’ospedale di Terni per affrontare una grave malattia che l’aveva colpito lo scorso anno.
Eraldo Delle Monache era nato a Viterbo il 25 ottobre 1934. Giornalista pubblicista era iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 12 luglio 1961. Nella sua carriera ha collaborato con testate nazionali, ma anche regionali e locali. Tra queste l'emittente televisiva Rete 24, il giornale free press “Il Corriere” ed il periodico mensile Tarquinia Città, dove denunciava, insieme a Luigi Daga, l'aumento di infiltrazioni di mafia, 'ndrangheta e camorra a Tarquinia, smascherando la cattiva politica. Uomo di grande fede onesto e rigoroso non ha mancato di smascherare l'attuale amministrazione del Sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola.

Eraldo delle Monache è stato sempre, pacatamente, dalla parte della gente, della collettività, contro i furbetti, i miseri ed ignoranti politicanti "senza arte, nè parte".

Negli anni passati il suo nome è stato legato soprattutto all’emittente televisiva Televiterbo, ( tv che ha chiuso nel 1992, prima della legge Mammì) per la quale ha condotto per un lungo periodo i notiziari ed alcune rubriche quotidiane di grande successo, come “Fatto del giorno”. Di Tele Viterbo, - TVT - fu anche direttore.

Divenne noto soprattutto per una rubrica curata su un periodico della Coltivatori Diretti, con la quale dava voce ad un tipico personaggio viterbese  detto “ Meco Torzo” .

Attraverso l'uso del dialetto viterbese “Meco Torzo” denunciava, ironicamente, la difficile vita dei coltivatori .

Come giornalista sportivo raccontò anche il pugilato, in qualità di corrispondente della storica rivista nazionale Boxe Ring. Nota la sua grande amicizia con il beniamino dei viterbesi Luigi Malè e con il commendatore Alberto Ciorba, recentemente scomparso.

Tra i vari libri che ha scritto, il più famoso è “Democrazia assassina”, stampato in più edizioni, “La voce di Meco Torso” e Terra Santa. Finalista del premio “Italia letteraria” a Milano nel 1999, era in attesa del riconoscimento per i 50 anni di attività come giornalista che gli sarebbe stato consegnato a breve.

Chi lo ha conosciuto bene ricorderà il suo rammarico per tutto l’insieme di vicende che portarono all’abbandono dell’Ospedale Vecchio. Sempre dalla parte della gente, Eraldo rimaneva lontano dalle logiche di Palazzo e dal potere

Lascia la moglie Leontina, la figlia Nadia, il genero Marco, le nipotine Martina e Michelle, la bambina che aveva adottato a distanza in Cisgiordania.




ECCO COME GLI AMICI RICORDANO ERALDO DELLE MONACHE:



"Eraldo, Eraldo caro, i tuoi occhi si sono spenti nel sonno eterno della morte e, forse, nel tuo ultimo barlume  di coscienza, hai avuto la sensazione di perdere il  Paradiso che stavi vivendo su questa terra; un Paradiso percepito negli affetti familiari più cari, più belli, più luminosi, come il volto delle tue amatissime nipotine Martina e Michelle, come l’affetto di tua figlia Nadia, di tua moglie Leontina, di Eklas la bambina adottata a Nablus e di tutti i parenti ed amici che hanno condiviso con te momenti meravigliosi ed emozionanti.


Oggi, in questo giorno di dolore, vogliamo rivolgerti il nostro saluto, il nostro ringraziamento per la tua esistenza che ha impreziosito la vita di tutti coloro che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di condividere con te esperienze di lavoro o di semplice amicizia.

Per molti, sei stato un punto di riferimento, un faro luminoso, un maestro di vita; il senso di umanità, di onestà, di altruismo, di correttezza e di coraggio, che hanno sempre caratterizzato il tuo modo di fare e di proporti agli altri, ha fatto breccia nelle coscienze di molti, soprattutto nelle persone indifese e più bisognose di aiuto, coinvolte nelle difficoltà piccole e grandi della quotidianità e alle prese con gli aspetti più spiacevoli della vita.

I tuoi libri ed il tuo modo di fare giornalismo libero ed indipendente, hanno suscitato speranza e voglia di riscatto in coloro che ripudiato le ingiustizie, i soprusi, le vessazioni e i privilegi che ammorbano questo mondo.  In te, nei tuoi comportamenti e nelle tue convinzioni, hanno preso forma e vigore gli interessi e le tutele per realizzare una società migliore, più umana, solidale ed elevata.

Non di meno è stata la tua proverbiale generosità, tanto nei gesti piccoli ed immediati, quanto nella programmazione di lavori editoriali a supporto delle tante opere caritatevoli che hai inteso devolvere anche ai bisognosi di terre lontane.

Caro Eraldo, mentre gustavi forte il desiderio di fare ancora tante cose in questa direzione, il morbo che cresceva in te, il “mostro”, come tu lo chiamavi, recideva qualsiasi speranza, qualsiasi possibilità di continuare a vivere nel Paradiso terreno che la tua anima sentiva di assaporare pienamente. La conoscenza del funesto verdetto non ha scalfito la tua serenità, la tua perseveranza e soprattutto la tua fede nella Promessa Divina  che ti ha dato tanta forza per fronteggiare un calvario di sofferenza tremendo e devastante. Hai chiuso gli occhi con questa certezza, nell’abbraccio degli affetti più cari e nel calore della tua casa, dopo aver lasciato una indelebile traccia di vita encomiabile che resterà un grande esempio di coerenza, di signorilità, di impegno e di abnegazione per tutti.

Caro Eraldo, prima di affidarti alla Misericordia di Dio, vogliamo ancora una volta ringraziarti con tutto il cuore per ciò che sei stato per tutti noi, parenti, amici, conoscenti, per ciò che hai insegnato a chi ti è stato vicino nelle tante iniziative da te messe in campo per l’affermazione dei diritti e della dignità di ogni essere umano ma, ancor di più, per quanto il tuo generoso cuore ha saputo effondere  a chi ti ha chiesto aiuto e speranza.

A te il Paradiso e a noi la tua presenza nel nostro cuore per sempre.

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