Ultime news - Unonotizie.it - Ogni anno torna puntuale l'appuntamento con la Festa della Donna, una ricorrenza che, nel corso degli anni, ha perso il suo vero significato acquistando sempre più i connotati di una speculazione commerciale. Nel giorno dell’8 marzo, chi compra  mazzi di mimose o affolla i locali per consumare i menù a tema offerti dai ristoratori, magari non sa o non ricorda che questa data simboleggia qualcosa di grande per l'intero universo femminile. Nel lontano 1908, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton misero in atto uno sciopero per ribellarsi alle terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. La protesta si protrasse per alcuni giorni finché l'8 marzo, per vendetta, il proprietario della fabbrica bloccò tutte le porte impedendo alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne poi appiccato il fuoco e ben 129 prigioniere morirono arse dalle fiamme.

Per commemorare la tragedia presero via, nell’ambito degli Stati Uniti, una serie di celebrazioni e, successivamente, la rivoluzionaria tedesca Rosa Luxemburg propose l’8 marzo come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Con il passare degli anni e il diffondersi di iniziative che vedevano protagoniste le rivendicazioni femminili, in merito al lavoro e alla condizione sociale, questa data ha assunto un'importanza mondiale come simbolo delle mortificazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto e per l’affermazione del valore che é stata capace di esprimere.

Si è tramandato per decenni che la data dell’8 marzo venne scelta alla seconda Conferenza Internazionale delle donne socialiste, svoltasi a Copenhagen nel 1910 per commemorare il massacro di New York, in realtà quella dell’industria Cotton potrebbe essere tutta una leggenda perché da altre cronache si è saputo che un terribile incendio ci fu, ma che non fu riconducibile ad uno sciopero, che fece vittime anche fra gli uomini e che avvenne nel 1911, un anno dopo Copenhagen. Molti infatti sostengono che l’istituzione della Festa della Donna è riconducibile alla III Internazionale Comunista, svoltasi a Mosca nel 1921, quando Lenin proclamò l’8 marzo come "Festa Internazionale delle Operaie", in onore della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo.

Alle donne italiane spetta invece l'origine dell'associazione tra l'8 marzo e la mimosa. L’UDI (Unione Donne Italiane), preparando la prima festa della donna del dopoguerra nel 1946, si pose il problema di trovare un fiore che potesse contraddistinguere lo spirito della giornata. L’adozione della mimosa è stata quasi obbligata essendo uno dei pochi fiori a sbocciare in questo periodo dell'anno ed essendo, allora, poco costosa. Simbolo di innocenza e libertà e nello stesso tempo di forza e vitalità, la scelta della mimosa non ha quindi un significato recondito o ideologico, fu casuale ma evidentemente indovinata, dal momento che è rimasta stabile fino ad oggi l’abitudine di regalarne mazzi, non sapendo o dimenticando gli avvenimenti storici che si nascondono dietro questo profumato fiore giallo.

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