LEGAMBIENTE si è costituita parte civile insieme a Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comune di Vetralla e Comune di Castel S.Elia

 

“In nome del popolo inquinato”: stamattina Legambiente ha portato lo storico striscione di tante campagne ambientaliste davanti alla Procura di Viterbo, dove si è aperto oggi il più grande processo mai celebrato nella nostra Regione contro le Ecomafie, legato all’operazione giudiziaria “Giro d’Italia, ultima tappa Viterbo”. Legambiente Lazio, che si è costituita parte civile nel nei confronti dei 15 imputati che sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di traffico illecito di rifiuti nelle cave di Vetralla, Capranica e Castel S. Elia, ha voluto così dare ancora più forza a questo storico momento.

 

Raccogliendo la sollecitazione giunta da Legambiente nei giorni scorsi, in modo da allargare la partecipazione pubblica a questo importante procedimento, si sono inoltre costituiti parte civile Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comune di Vetralla e Comune di Castel S. Elia. E’ stata infine accolta la domanda di citazione dei responsabili avanzata da Legambiente Lazio, passaggio che apre la strada al risarcimento del danno ambientale.

 

L’inchiesta “Giro d’ Italia, ultima tappa Viterbo” è la più grande operazione di polizia giudiziaria che sia mai stata condotta nel Lazio, fondata sull’articolo 53 bis del Decreto Ronchi, che ha avuto come fulcro delle attività d’indagine proprio due province del Lazio prima assolutamente “immacolate”: Viterbo e Rieti. Le indagini hanno consentito di scoprire un traffico di 250mila tonnellate di rifiuti speciali, pericolosi e non, provenienti da mezza Italia e aventi come destinazione finale Viterbo, per un giro d’affari pari a 2,5 milioni di euro. L’inchiesta, che si è conclusa nel Maggio 2005, prende il nome dal tortuoso percorso che i rifiuti facevano attraverso la penisola prima di giungere a Viterbo.

 

“Il Lazio ha conquistato quest’anno un triste quarto posto nel Rapporto Ecomafie 2008 curato da Legambiente, una conferma che gli illeciti ambientali sono in rapida crescita nella nostra Regione, soprattutto quelli legati al ciclo dei rifiuti – hanno dichiarato Valentina Romoli, coordinatrice del Centro di Azione Giuridica e vice Presidente di Legambiente Lazio, e Mauro Veronesi, coordinatore dell’Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità e responsabile Territorio Lazio -. E’ fondamentale una forte reazione da parte dei cittadini, della società civile, delle istituzioni per sostenere l’ottimo lavoro delle forze dell’ordine che ha portato ad aprire oggi questo processo. Ancora una volta a gran voce vogliamo anche sottolineare la necessità di introdurre i delitti contro l’ambiente nel nostro Codice penale, per punire in maniera adeguata chi mette a repentaglio il nostro territorio, la nostra salute ed il nostro futuro.”

 

Le indagini relative all’operazione giudiziaria “Giro d’Italia, ultima tappa Viterbo”, hanno portato a smantellare un’articolata organizzazione criminale che operava una sistematica manipolazione e miscelazione dei rifiuti prodotti da aziende del Lazio, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Campania. I rifiuti, costituiti da fanghi di cartiera, terre inquinate da Pcb, ceneri di acciaieria, rifiuti farmaceutici e contenenti alte concentrazioni di zinco, piombo e nichel, viaggiavano accompagnati da certificazioni false, fornite da un compiacente laboratorio d’analisi, e venivano poi smaltiti in tre ex cave in ripristino ambientale. Sono state arrestate 9 persone e 28 sono state denunciate, con l’accusa di attività organizzata al traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e falso in atto pubblico.

 

“Questa inchiesta, che ha avuto come fulcro le province di Viterbo e Rieti, è un’ennesima testimonianza della presenza, anche nella nostra Regione, di un vero sistema eco-criminale, estremamente flessibile e ramificato, al quale è necessario contrapporne uno legale e sostenibile –ha dichiarato Pieranna Falasca, coordinatrice provinciale di Legambiente Viterbo-. E’ fondamentale sgominare questa organizzazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti ed allo stesso tempo avviare al più presto le operazioni di bonifica delle aree coinvolte dallo smaltimento illecito di rifiuti, per restituire certezze ai cittadini che abitano nei dintorni e risarcirli dai gravi danni che hanno subito .”

 

Legambiente Lazio

Legambiente Viterbo

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