Al di là delle misure del nostro governo, non certo esaltanti ed in attesa che la politica ci dia l’Aeroporto a Viterbo, le imprese ed i lavoratori della Tuscia non possono rimanere inermi con lo scontato risultato di chiusure aziendali, fallimenti e licenziamenti.
Per cui ognuno deve fare la sua parte.Gli imprenditori devono unirsi in consorzi,fare formazione,internazionalizzazione,innovazione e specializzarsi con l’ aiuto delle proprie Associazioni le quali
devono supportare il cambiamento con servizi innovativi ( qualità europea, project financing,gruppi acquisti, nuovi metodi di vendita , ricerca di nuovi mercati) potenziando gli strumenti finanziari (Confidi, Finanziamenti agevolati,recupero crediti) e potenziando i centri di formazione, l’ innovazione e lo sviluppo.
Le Banche debbono abbassare i tassi, immettere liquidità dando fiducia alle aziende e non limitare gli affidamenti.
Gli Enti devono ascoltare di più le imprese ed i consumatori che devono indicare esigenze ed obiettivi; devono vigilare sui bandi e appalti contro le infiltrazioni mafiose, e mirare ogni intervento pensando alla ricaduta produttiva per le aziende ed i lavoratori della Tuscia con aumento dei consumi e sostegno alla economia reale.
Meno soldi pubblici per sagre, fiere ed enti di secondo livello, multiservizi fallimentari e convegni improduttivi.
Tutti dobbiamo lavorare in sinergia per realizzare i progetti cantierabili, in maggioranza con investimenti privati. Progetto.Sviluppo Tuscia con: Signori-Confartigianato, Peparello-Confesercenti, Boccolini-Confcommercio, Belli-Adoc,
Cimagalli-Università LUMSA , il supporto delle altre associazioni , consorzi, cooperative e studi di engineering (Arch.Correnti, Ing Barichello, Baffo ecc) sono pronti per dar vita al vero sviluppo: le Vie dell’ Artigianato (zone PIIP), i Centri Commerciali ed Artigianali Naturali , i Centri di Produzione Artigianali ed Industriali, il Piano Casa della Tuscia (zone PEEP) e gli Alberghi diffusi(Centri storici).
La grave crisi ci impone tempi stretti, meno sperperi, più efficienza,
più produzione solo così il Sistema Tuscia, l’ Italia e non solo possono sperare di salvarsi.
Mauro Belli
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