L'AQUILA (UNONOTIZIE.IT)

Ancora una forte scossa di terremoto in Abruzzo, ieri sera nell’aquilano, intorno alle 21.40, è stata avvertita anche a Roma. La scossa, secondo i primi rilievi, è stata di magnitudo di 4.9 ed è stata una tra le repliche più importanti del sisma.

Magnitudo 4.9 della scala Richter, sentita anche  in  Lazio e  Marche.

La scossa è stata registrata alle 21,38 dalle apparecchiature della Sala sismica dell'Ingv e della Sala Situazione Italia della Protezione civile

È stata avvertita anche  in molte zone dell’Umbria e ha causato il crollo di una casa vuota in via Roma all’Aquila.

In Umbria il terremoto è stato  ben avvertito  a Spoleto, Foligno e Perugia. L’epicentro è stato localizzato a nord dell’Aquila, tra i comuni di Barete, Capitignano e Campo Tosto.

Intanto Protezione Civile e Regione Abruzzo hanno diffuso sul web l'elenco delle vittime.

Diversi abitanti in provincia di Rieti, a  Fiamignano, Borgorose, Borbona e di diversi altri comuni della Valle del Velino hanno dormito fuori casa per paura di nuove scosse di terremoto, che in queste aree del Reatino sono state avvertite con particolare intensità provocando anche alcuni danni ad edifici, in provincia di Rieti. 


Va rilevato che le ultime scosse si sono spostate verso nord.

La notte tra mercoledì e giovedì una scossa alle 0,55 con magnitudo 4.3 si è verificata nella zona di Pizzoli a nord dell'Aquila, poi alle 2,52 l'evento più forte di magnitudo 5.2 e, alle 5,14, di nuovo una scossa nell'aquilano quindi alle 6,32 un nuovo evento di magnitudo 4 ancora a Nord. Uno spostamento da Sud a Nord.

Dopo il forte evento di lunedì scorso  e la frattura che si è verificata nella faglia, l'energia ora preme quindi su altri punti provocando eventi sismici di assestamento in quelli più fragili che non reggono la nuova pressione.

Sul perché la mappa delle tre scosse più forti indichi zone diverse tra loro, dai dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) si comincia a pensare che potrebbe non trattarsi della stessa faglia.

Potrebbero essere più strutture sismogenetiche diverse. Faglie parallele o leggermente spostate.

Andrà verificato se le diverse faglie si raccordano in profondità. 

Infatti le ricerche vanno a studiare la struttura superficiale e profonda dell'area interessata dagli eventi sismici. Questi studi hanno tra  gli scopi primari quello di contribuire alla realizzazione di studi di microzonazione sismica, anche se del resto è difficile trovare, in Italia, zone esenti da rischi geologici sulla fascia appenninica.

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