ANCONA (UnoNotizie.it)

Le persone in cerca di occupazione nelle Marche sono 32.063, di cui 16.891 donne e 15.172 uomini. Il loro incremento nel 2008 è pari al 12,8% e si deve interamente alla componente maschile che cresce di 4.501 unità (+42,2%), mentre le donne disoccupate diminuiscono leggermente rispetto al 2007. Il tasso di disoccupazione , in crescita di 0,5 punti percentuali si attesta al 4,7%: tale livello risulta inferiore sia a quello dell’Italia (6,7%) che a quello delle regioni del Centro (6,1%).
E’ questa la fotografia del mondo del lavoro marchigiano scattata dal Rapporto annuale 2009 (dati 2008) redatto dall’Osservatorio Regionale del mercato del lavoro e presentato oggi a Palazzo Raffaello.

“I dati – spiega l’assessore al lavoro Fabio Badiali – confermano che le Marche, nonostante la crisi economica in atto resistono, a livello generale, tutto sommato bene.  Le criticità che emergono nel contesto regionale riflettono quelle del Paese con una selezione del tessuto imprenditoriale che colpisce in primo luogo le piccole e piccolissime imprese. La Regione sta rispondendo alla difficoltà con un piano anticrisi prontamente messo in campo. Obiettivo primario è stato quello di salvaguardare il lavoro”. La cassa integrazione in deroga per le aziende con meno di 15 dipendenti ha registrato  finora richieste per 15 milioni di euro  ma il plafond di risorse a nostra disposizione ammonta a 50 milioni  e i contratti di solidarietà hanno permesso a ben 650 lavoratori di rimanere nell’ambito del processo produttivo.

“Le Marche – prosegue l’assessore – con la loro spiccata connotazione manifatturiera  puntano sulla qualità, ma questo implica il superamento di alcuni limiti culturali ed infrastrutturali che vincolano lo sviluppo dell’economia locale. La strada dell’innovazione, la ricerca dell’eccellenza sono alcuni degli strumenti per il superamento delle criticità che la prolungata fase di crisi ha messo in evidenza, ma l’erosione dei vantaggi competitivi delle produzioni più tradizionali e la presenza ancora limitata nei settori ad alta tecnologia e nei segmenti di mercato a più elevato valore aggiunto, rischiano di aggravare la tendenza alla perdita di quote di mercato. Per evitare un declino strutturale dell’economia regionale - conclude Badiali - occorre quindi anche più attenzione alle risorse umane, alla loro formazione per nuove competenze e per favorire, dove necessario, il reinserimento lavorativo e ad un terziario che dovrà orientarsi verso servizi sempre più ad elevato valore aggiunto”.

Tornando ai dati dal Rapporto, nel 2008 la domanda di lavoro ha registrato, una flessione, sia pure di moderata entità, pari allo 0,5%. Rispetto all’anno precedente, nel 2008 le assunzioni riferite agli uomini risultano in calo del 4,4% mentre per le donne gli ingressi nell’occupazione crescono del 3,4%. La domanda di lavoro registra una flessione nel manifatturiero e nelle costruzioni (-18,3% e -6,9% rispettivamente); crescono viceversa le assunzioni nel terziario (11,3%) e nell’agricoltura (+12,1%). E’ in aumento l’utilizzo di contratti a termine, mentre quelli a tempo indeterminato sono in flessione, sia per gli uomini che per le donne del 22,6%.

Come in altre regioni del Centro e del Nord, si rileva l’aumento del ricorso alla cassa integrazione: nel 2008 le ore del Cig concesse nell’industria marchigiana sono 5 milioni 172mila, in crescita rispetto al 2007, in cui erano 2 milioni 220mila euro. Il 69% delle ore concesse delle ore concesse è di natura straordinaria. Il settore che appare più in sofferenza è quello metalmeccanico. Nel 2008 i lavoratori in mobilità, sono stati 9.730, in aumento rispetto al 2007 in cui erano 6.485. Il ricorso alla mobilità cresce in tutte le province ed è generalizzato a livello settoriale. L’incremento si concentra nella seconda metà del 2008, con l’inizio della crisi internazionale i cui effetti hanno cominciato a farsi sentire anche nella nostra regione. Nell’analisi sugli ammortizzatori sociali l’Osservatorio, si focalizza su vari settori del comparto: nel 2008 il 44% delle ore di Cig concesse nell’industria manifatturiera è imputabile alle meccaniche, il 23% al settore calzaturiero e il 10% al tessile abbigliamento. Per quanto riguarda i lavoratori collocati in mobilità, invece il 29,9% proviene dalle meccaniche, il 23,8% dal calzaturiero, il 15,5% del tessile-abbigliamento e l’11,9% dal legno-mobile. D’altra parte va considerato che questi sono i settori che presentano più addetti: 38,5% sono quelli delle meccaniche, 16,8% del calzaturiero, 12% del legno mobile e l’8,5% del tessile abbigliamento.

- Uno Notizie Marche -

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